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  • 31 ottobre 2011
  • Casale Monferrato

Intitolati i giardini a Ugo Cavallero. Contestazione durante la cerimonia

Sabato mattina sono stati intitolati al maresciallo d’Italia Ugo Cavallero, i giardini compresi tra i viali Ottavio Marchino e Giolitti. Durante la cerimonia si sono verificati alcuni episodi di contestazione con la distribuzione di volantini a firma Anpi dal titolo “Vergogna” e con urla (sempre “Vergogna”) durante il discorso del sindaco. Otto dimostranti si sono posizionati prima davanti ai rappresentanti d'arma e poi davanti al sindaco formando ancora la parola ''Vergogna''. Discorso quello del primo cittadino molto articolato, alla presenza dei famigliari di Ugo Cavallero giunti da ogni parte di’Italia e dei rappresentanti di tutte le armi coi labari, presente anche mons. Francesco Mancinelli rettore di Crea e parroco di Ponzano nel cui castello si rifugiò spesso il maresciallo d'Italia. Dall'intervento del sindaco in larga sintesi: «Voglio ricordare che la prima richiesta di intitolazione giaceva in Comune dal lontano 1997 presentata da due associazioni combattentistiche e d’arma, nonché da un concittadino di nome Mario Verda, storico direttore de “Il Monferrato”». In risposta a precedenti polemiche anche sulla data fissata (coincidente alla marcia su Roma) il sindaco ha aggiunto: «La richiesta di intitolazione, fatta propria da parte della Commissione Toponomastica (e voglio sottolineare che quella relativa a Cavallero è passata all’unanimità), viene approvata in Giunta e poi, corredata da documentazione a supporto, sottoposta per legge all’autorizzazione del Prefetto e della Deputazione di Storia Patria competente per territorio. Solo dopo averne ricevuto l’approvazione si può procedere ad organizzare la cerimonia. In questo caso, pervenutoci in data 5 ottobre il “nulla osta” dall’Autorità superiore, abbiamo scelto il 29 ottobre compatibilmente alla giornata di sabato (giorno deputato a queste cerimonie), al fatto che si tratta di giardini e, non ultimo, in base alla disponibilità dei familiari». Il sindaco infine ha ripercorso la vita di Cavallero fino alla morte: «Qualsiasi sua biografia riporta in maniera inconfutabile il fatto che, in cambio della sua libertà dal carcere, il Feldmaresciallo Kesserling gli propose a nome di Hitler di guidare le forze armate italiane che avessero desiderato continuare la guerra a fianco dei nazisti. Dopo meno due giorni dal rifiuto di assumere tale incarico fu trovato cadavere ucciso da un colpo di pistola che, secondo alcune perizie, sarebbe stato sparato a non meno di 3 metri di distanza...» Ultima citazione da Mario Verda a corredo della sua petizione: «A mio modesto avviso, la sua Città natale deve ricordarlo soprattutto per i numerosi ed importanti meriti civili acquisiti nei confronti del Monferrato Casalese e della Città. Ugo Cavallero convinse l’allora capo del governo a finanziare e far costruire l’imponente Acquedotto del Monferrato del quale Cavallero fu il primo presidente. Poi propose e portò a termine la cessione dal Demanio al Comune di Casale della vasta area alluvionale sulla quale sorge l’attuale quartiere di Oltreponte. Decisivo fu il suo intervento per attuare l’indispensabile sostituzione del ponte ferroviario sul Po con l’attuale ponte in ferro. Il materiale fu fornito dalla società Ansaldo della quale Cavallero era stato amministratore delegato. Fu anche oculato amministratore dell’Ospedale Santo Spirito e la sua opera è ricordata con una lapide posta all’interno del nosocomio casalese». In rappresentanza della famiglia il nipote Emanuele Cavallero ha infine ringraziato la città per l’intitolazione, lo Stato italiano «che concedendo la pensione di guerra ha consentito alla nonna di vivere dignitosamente» e dedicato la cerimonia «a tutti quanti sono morti per l’onore dell’Italia». Questo breve intervento non è stato contestato. Poi lo scoprimento della lapide di intitolazione da parte del sindaco e di Antonella Cavallero, sorella di Emanuele. I volantini distribuiti a firma Anpi sottolineavano, tra l’altro «la perplessità dei cittadini per le vicende e i comportamenti del personaggio Cavallero... compromesso con il regime fascista... La memoria dovrebbe essere confinata nel cerchio degli storici e non portata a vanto cittadino...» Citando lo storico Matteo Dominioni si contestava soprattutto a Cavallero l’uso dei gas nella guerra etiope. Secondo il sindaco i contestatori, 25-30, facevano parte dei centri sociali casalesi. Prima dell'inaugurazione Sabato 29 alle ore 11 saranno intitolati al maresciallo d’Italia Ugo Cavallero i giardini compresi tra i viali Ottavio Marchino e Giolitti. -Cavallero (Casale 20 settembre 1880 – Frascati, 14 settembre 1943) fu nominato nella Prima Guerra Mondiale capo dell’Ufficio Operazioni del Comando Supremo. Fu lui, nel 1918, a preparare il piano per la battaglia di Vittorio Veneto (oggi conservato al castello di Ponzano) tanto da essere promosso, a soli 38 anni, Generale per meriti eccezionali. Rappresentò l’Italia presso il Comitato interalleato di Versailles (1919). Nel 1920 lasciò l’Esercito e divenne direttore generale della Pirelli. Deputato dal 1924, fu Sottosegretario alla Guerra dal 1925 al novembre 1928. Nel 1926 fu nominato Senatore, e nel 1928 ebbe il titolo di Conte. Alla fine del 1928 assunse la presidenza dell’Ansaldo. Richiamato in servizio, venne nominato comandante delle truppe dell’Africa Orientale Italiana. Nel dicembre 1940 è promosso comandante di Corpo d’Armata. Dal 4 dicembre 1940 all’inizio del 1943 fu capo di Stato Maggiore generale in sostituzione di Badoglio. Fu Comandante del gruppo d’armate in Albania in sostituzione del generale Ubaldo Soddu. Cavallero fu promosso maresciallo d’Italia il 1° luglio 1942. Dopo il 25 luglio 1943 Badoglio lo fece arrestare accusandolo di preparare un colpo di stato fascista. Successivamente fu liberato per iniziativa di Vittorio Emanuele III, ma venne nuovamente arrestato alla fine di agosto e custodito a Forte Boccea. A seguito dell’Armistizio di Cassibile e dell’occupazione di Roma da parte dei tedeschi, il 12 settembre 1943 fu liberato e trasferito presso il comando tedesco di Frascati, ove il Feldmaresciallo Albert Kesselring gli propose a nome di Hitler di guidare le forze armate italiane che avessero desiderato continuare la guerra a fianco dei nazisti. Cavallero rifiutò di assumere l’incarico e la mattina del 14 settembre 1943 fu trovato cadavere, con un colpo di pistola alla tempia destra (cosa assai strana per un mancino...), nel giardino dell’albergo Belvedere di Frascati, per i famigliari e molti storici è stato ‘‘suicidato’’ dai Tedeschi. Da aggiungere tra i meriti ''locali'' di Cavallero il gran lavoro pro acquedotto del Monferrato e l'acquisizione dal demanio militare dei terreni di Oltreponte. Contestazioni Mercoledì Fabio Lavagno a nome di Sinistra Casalese, Sinistra ecologia libertà ha diffuso un comunicato in cui si afferma tra l’altro: «Restiamo allibiti di fronte alla dichiarazione del Sindaco di Casale in cui si dice particolarmente felice per aver accolto la richiesta di intitolazione di uno spazio pubblico a Ugo Cavallero. I casi sono due: o Demezzi ignora la figura storica di quello che fu capo di Stato Maggiore dell’Esercito tra il 1940 e il 1943, i suoi legami con il regime fascista ed il suo ruolo non brillante durante il conflitto mondiale oppure è incapace di scindere il legami con una destra nostalgica, revisionista e tutt’ora aliena ai valori della Costituzione e della democrazia. Purtroppo propendiamo per la seconda ipotesi, avendo, il Sindaco, scelto come data per questa celebrazione i giorni che coincidono con l’anniversario della marcia su Roma». E ancora: «Casale non si merita questo affronto. La nostra città è una città martire del fascismo». Si chiede in conclusione che il sindaco «anche se alla vigilia dell’intitolazione, riveda questa infelice decisione, gliene sarà grata la memoria della Città». Rinvio chiesto giovedì anche dal Pd casalese: «Indigna la titolazione di una via ad un gerarca fascista nella città della Banda Tom.... E' un'offesa all'alto ed estremo contributo di quei ragazzi per la libertà e la democrazia. Ancor di più lo è svolgendo questa manifestazione nei giorni che ricordano la marcia su Roma. Non c'é pacificazione che tenga e non è questione di rispetto per i caduti tra le parti avverse se viene offeso il carattere antifascista della città. A tutti i democratici casalesi il Partito Democratico richiama i valori della Resistenza, istitutivi della Repubblica e della Carta Costituzionale ed invita tutti i democratici casalesi a richiamare al sindaco Giorgio Demezzi la rappresentanza piena dei valori inscritti nel suogiuramento alla Costituzione tra i quali il rifiuto del fascismo ed ai germi di quella cultura che ha portato ed esportato tragedie e sofferenze tra il nostro popolo...». Il Pd chiede anche di riportare in Commissione l'intitolazione «per approfondimenti» e conclude ribadendo di trovarsi di fronte a quella che «ai democratici sembra una vera e propria provocazione di parte». L’Anpi ha tenuto una lunga riunione preannunciando (da Silvia Sorisio) poi un comunicato contestativo su Cavallero «personaggio quantomeno controverso», che sarà anche riassunto in un manifesto. Il documento dell'Anpi, trasmesso da Andrea Testa, è una lunga, dura, analisi storica. In sintesi: «...Non possiamo non sollevare dubbi e perplessità su una scelta che riteniamo quantomeno inopportuna se si considerano le vicende e i comportamenti di tale personaggio durante il ventennio fascista... Fu sempre prono alla volontà di Mussolini e la sua acquiescenza alle velleità del duce (e non a richieste tedesche) costò all'Italia l'invio di crescenti forze in Russia con conseguenze non solo umane (la tragedia dell'Armir) ma anche strategiche. Cavallero, per accontentare i sogni di onnipotenza di Mussolini, gli fece ripetutamente credere che la produzione di cannoni e pezzi di artiglieria, carri armati e altro materiale bellico fosse sempre ottimale quando, in conversazioni private con Galeazzo Ciano, ammetteva che esse erano semplicemente "il potenziale" che la nostra industria avrebbe potuto mettere in campo, ma la realtà era solo una minima frazione di quei numeri. Sempre Ciano, nel suo Diario, ci ha lasciato un ritratto decisamente denigratorio di Cavallero...». Ricordando l'uso dei gas durante la guerra d'Etiopia la conclusione: «Rileggendo la storia delle italiche imprese dei colonialisti 'brava gente' si scopre che noi italiani, dai tempi di Crispi, Giolitti e Mussolini, complessivamente abbiamo sterminato 500.000 africani, numero quasi equivalente ai nostri caduti della prima guerra mondiale. Da una città italiana attenta al passato ci si aspetterebbe semmai l’intitolazione di una via a questi 500.000 esseri umani uccisi senza pietà: ma se si pensa alla Casale di oggi, attenta più ai carnefici che alle vittime e che in questi giorni si copre di vergogna, sarebbe fantascienza!» A difesa di Cavallero Dopo le dichiarazioni del consigliere comunale Fabio Lavagno sull’intitolazione di un’area casalese ad Ugo Cavallero, Massimo Iaretti (presidente Movimento progetto Piemonte) giovedì pomeriggio invia un lungo comunicato così intitolato: “Di questo passo non sarà mai possibile recuperare una memoria condivisa. E Lavagno sia coerente chieda anche la rimozione della lapide che ricorda il Maresciallo d’Italia a Ponzano Monferrato” In sintesi: «Non entro nel merito della polemica con il sindaco di Casale sulla data o sulle sue presenze a questa o quella manifestazione. Le stesse rientrano nel merito della dialettica politica tra chi governa e chi sta all’opposizione. Facendo parte da diversi anni della commissione toponomastica del Comune di Casale a proposito dell’intitolazione devo però precisare che la richiesta, avanzata sin dal 1997 dalla Sezione dell’Associazione Artiglieri, quindi una associazione d’arma e non un partito, venne accolta sin dai tempi della amministrazione Paolo Mascarino. Tutti in quella occasione votarono unanimi la decisione di intitolare una via ad Ugo Cavallero. Poi la giunta di allora, lavandosi le mani dell’indicazione della Commissione Toponomastica, la mise in un cassetto, come tante cose all’italiana... Il consigliere Lavagno si sofferma sull’aspetto negativo dei contatti che ebbe con Hitler e della vicinanza con Mussolini e con il fascismo. Nessuno lo nega è la storia. Ma non bisogna dimenticare neanche che fu proprio Ugo Cavallero a preparare i piani di Vittorio Veneto che portarono alla vittoria italiana sull’impero austroungarico nella Prima Guerra Mondiale... Viene da chiedersi se non sia iniquo il trattamento riservato all’altro maresciallo d’Italia, Pietro Badoglio. Non ebbe anch’egli prebende ed incarichi dal fascimo nel periodo del suo più pieno fulgore? E non incarichi di livello secondario, ma di grande visibilità. Ed ebbe anch’egli contatti con Hitler ed in nazisti. A lui è dedicato addirittura il suo paese natale, che si chiama appunto Grazzano Badoglio. Occorre, per completezza, ricordare che ad Ugo Cavallero il Comune di Ponzano Monferrato dedicò una targa soltanto pochi anni orsono. Per coerenza, visto che Cavallero è un personaggio tanto disdicevole da non intitolargli una via, Fabio Lavagno chieda al sindaco di Ponzano Monferrato la rimozione di quella targa...» Il sindaco Demezzi Precisa a nostra domanda il sindaco di Casale Giorgio Demezzi: «La prima richiesta di intitolazione è giunta in Comune nel 1997, ne sono seguite altre poi approvate all’unanimità dalla Commissione toponomastica. La data scelta è stata concordata tra i vari soggetti interessati. Risponderò meglio sabato alla cerimonia ufficiale». FOTOGALLERY IN ALTO A DESTRA

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