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I Comuni intervengono sulle modalità dei campioni sierologici

I sindaci dell'Unione Cinque Terre: sui test attenersi alle direttive ASL

È necessario un coordinamento per il "modus operandi"

Test sierologici: sì o no? Sulla materia intervengono i sindaci dell’Unione dei Comuni Cinque Terre del Monferrato (Ozzano Monferrato, Olivola, Sala Monferrato, Terruggia, Treville, Vignale Monferrato).

«Siamo consapevoli che una parte dei nostri concittadini sta chiedendo di poter accedere a questi test, e sappiamo altresì che alcune Amministrazioni Comunali hanno già dato il via all’indagine sierologica per alcune categorie di persone, su base volontaria». Prima di tutto - sostengono le Unioni - ci teniamo a puntualizzare che la nostra scelta di non adesione a tali programmi, non è da ritenersi in alcun modo in contrapposizione o, peggio ancora, in polemica con le decisioni prese dalle Amministrazioni che hanno invece intrapreso autonomamente un diverso percorso. Pur comprendendone le motivazioni, abbiamo finora ritenuto che fosse necessario un coordinamento da parte delle autorità sanitarie, in merito alla tipologia di test da effettuare, allo scopo ultimo del programma, alla gestione della richiesta di tamponi orofaringei che necessariamente scaturisce da queste indagini, ed alla gestione generale dei dati clinici che ne derivano, allo scopo di evitare il rischio di indirizzare risorse ed energie in progetti dispersivi e comunque poco efficaci e al fine di privilegiare un percorso uniforme ed omogeneo per tutto il nostro territorio».

«Per queste ragioni - sottolineano le Unioni - abbiamo indirizzato le nostre proposte alla competente all’ASL. Accogliamo perciò con soddisfazione il documento emesso il 23 maggio dalla Regione con il quale si stabiliscono con precisione questi parametri, intestando la guida di un programma di test al Servizio Sanitario Regionale, decretando l’inaffidabilità del test pungidito e definendo come test da eseguire quello che procede dal prelievo venoso, sconsigliando di rivolgersi ai laboratori in qualità di privati cittadini, e chiedendo alle aziende e agli enti che volessero condurre i test per i loro dipendenti di presentare un programma che dovrà essere valutato ed autorizzato dall’ASL e che in primo luogo non dovrà sovrapporsi al programma del Servizio Sanitario Regionale». Un progetto unitario e riconosciuto in campo medico, per il quale saremo ben disponibili, laddove richiesto, a collaborare con il Servizio Sanitario Regionale e l’ASL competente al fine di permettere lo svolgimento di un’operazione calcolata, compatta e di provata rilevanza scientifica».


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Veronica Spinoglio

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