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Riordino delle norme e abrogazione di una cinquantina di articoli
Una nuova legge quadro per l’agricoltura
Tra le novità la Banca della Terra e la messa in disponibilità dei terreni incolti
La Regione Piemonte ha approvato la nuova legge quadro per l’agricoltura. Il riordino delle norme in materia di agricoltura e di sviluppo rurale, come ha spiegato l’assessore Giorgio Ferrero, ha comportato l’abrogazione di 35 delle 45 leggi vigenti, oltre a 50 articoli in materia, contenuti nei vari provvedimenti regionali.
La legge entrerà in vigore all’atto dell’approvazione del Bilancio regionale, in quanto attualmente è in vigore l’esercizio provvisorio: «La nuova legge di riordino delle norme in materia di agricoltura e di sviluppo rurale è un provvedimento cardine nella politica agricola di questa Giunta regionale» commenta Ferrero che continua: «A quarant’anni dalla legge regionale sull’agricoltura, il testo risponde alla necessità di snellire, semplificare e rendere attuale la legislazione piemontese, in conformità con le novità intervenute nelle politiche nazionali e le politiche europee».
Il provvedimento, fa sapere la Regione, introduce alcune novità: per assicurare la partecipazione delle parti economiche e sociali viene istituito il tavolo del partenariato agroalimentare e rurale; il programma regionale degli interventi integrerà le politiche europee; la digitalizzazione e il suo ruolo innovativo entrano a pieno titolo nella legislazione regionale.
Ma innovazioni vengono introdotte in numerosi settori, precisa Ferrero: «Penso alla Banca della Terra e alla messa in disponibilità dei terreni incolti, all’ agricoltura sociale, ai presidi di prossimità, alla valorizzazione delle enoteche regionali e delle strade tematiche. Non manca nella legge l’attenzione al paesaggio agrario e all’ambiente, penso alla valorizzazione dei muretti a secco presenti nelle coltivazioni agricole anche come valore paesaggistico e culturale, ma anche dei piloni in pietra, delle siepi, dei filari e dei vigneti con paleria in legno, fino alla biodiversità e alla multifunzionalità, al sistema irriguo regionale e alla valorizzazione del ruolo delle reti irrigue nella prevenzione idrogeologica. Novità ci sono anche per gli agriturismi e l’ospitalità rurale, sui sistemi informatici e la tracciabilità, sulla birra agricola piemontese, le fattorie didattiche, i cimiteri per animali da affezione, la valorizzazione delle filiere, i distretti del cibo e le piante officinali, insieme alla raccolta di quelle spontanee. Insomma, un testo di grande impatto che traghetta l’agricoltura piemontese in un orizzonte di sviluppo al passo con i nuovi tempi».
Gli fa eco il consigliere regionale Walter Ottria: «Sono contento che la mia richiesta di inserire il tema della lavorazione, della trasformazione e del confezionamento dei prodotti agricoli di esclusiva provenienza aziendale sia stata approvata. Queste norme aggiuntive, inserite grazie alla mia proposta emendativa in Commissione e frutto di un lungo confronto con gli agricoltori e i piccoli produttori piemontesi, tutelano le piccole e grandi collettività di agricoltori che rimangono oggi l’ultimo baluardo a difesa delle tipicità agricole piemontesi o, in certi casi, delle comunità di confine».
«La commercializzazione dei prodotti tramite contatti diretti con i consumatori, inoltre, favorirà quei piccoli coltivatori che praticano un’agricoltura di basso impatto ambientale, con colture diversificate, con l’impiego ridotto della chimica e dei pesticidi. L’agricoltura di dimensione contadina - conclude Ottria - contribuisce infine alla difesa della campagna, delle zone montane altrimenti abbandonate, al mantenimento della biodiversità e degli equilibri idrogeologici in zone marginali e alla valorizzazione del paesaggio agricolo nel suo complesso, che costituisce una risorsa inestimabile per il Piemonte».
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