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Sentenza d’appello

Assoluzione con formula piena per Carlo Demartini, ad di Banca di Asti

«Riformando gli esiti del primo grado e prosciogliendolo da qualunque accusa».

«Si è concluso con l’udienza di oggi, mercoledì 24 settembre, il processo d’appello relativo alle vicende che hanno coinvolto l’amministratore delegato e direttore generale di Banca di Asti, Carlo Demartini: la sentenza lo ha assolto perché il fatto non sussiste, riformando gli esiti del primo grado e prosciogliendolo da qualunque accusa».

Lo fa sapere Banca di Asti: «Pur nella doverosa attesa della lettura delle motivazioni della sentenza, l’esito del processo – che verteva su questioni molto tecniche riguardanti la corretta appostazione a bilancio di poste contabili relative a posizioni creditizie all’epoca in contenzioso – è stato favorevole all’amministratore delegato. Peraltro, Banca di Asti, come persona giuridica, era già stata precedentemente assolta da responsabilità amministrative e penali relativamente alla vicenda, per insussistenza del fatto».

Nel merito, il team legale che ha assistito l’ad della Banca  – costituito da Maurizio Riverditi e da Guido Carlo Alleva - «ha prodotto in corso di giudizio ponderosa documentazione al fine di evidenziare come Demartini non sia mai entrato nel merito della valutazione di singole posizioni a sofferenza, e che le interlocuzioni di volta in volta intrattenute con i dirigenti della Banca e con le strutture preposte sono state sempre funzionali solo a un’efficiente gestione delle esposizioni nell’interesse dell’istituto, e quindi indirettamente degli azionisti».

D’altra parte, «i periti intervenuti a difesa di Demartini hanno sottolineato come la qualificazione e la determinazione del livello di rettifiche da appostare in bilancio rappresenti di fatto un esercizio soggettivo e in parte discrezionale della Banca, i cui limiti dipendono dai parametri identificati nelle regole all’istituto, sottoposti a rigido controllo da parte di molteplici uffici interni, e che peraltro le partite in discussione erano relative a un numero di posizioni creditizie del tutto ininfluenti rispetto ai valori espressi nel bilancio finale dell’Istituto».

«Sono felice per l’esito di questa vicenda – ha dichiarato Demartini – anche perché in nessun momento ho mai dubitato che la Giustizia, nella quale ho da sempre piena fiducia, avrebbe chiarito e fatto luce su quanto accaduto, avendo sempre lavorato con un unico obiettivo, il servizio alla Banca e - tramite essa - ai territori dove la Banca opera».


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