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A Bristol

«Ho salvato il gorilla mascherato di Banksy»

Borgogni ha staccato il graffito dal muro ed è intervenuto per restaurarlo.

Il personaggio è un appassionato d’arte, che vuole viaggiare nell’ombra, un gran lavoratore, ma la pagina del Corriere della Sera della scorsa settimana ci ha permesso di rintracciarlo. Abbiamo svelato il nome ossia Federico Borgogni. Ma non è lui Banksy! Sua Maestà chiama Italia. Oddio diciamo che non è andata proprio così, ma Borgogni è stato contattato da un restauratore di Pavia, il quale è stato contattato da un gallerista con la doppia sede a Londra e a Bristol. Proprio a Bristol, i proprietari del centro islamico dove c’è la prima opera di Banksy, il gorilla mascherato, volevano rimuovere un’opera graffitaria che era già stata danneggiata da tempo e vandali. Federico Borgogni ha staccato il graffito dal muro ed è intervenuto per restaurarlo.

«Una grande emozione poter intervenire su un’opera di un’artista che è certamente apprezzata dalla gente di Bristol. Ora il gorilla dalla maschera rosa è all’asta e il ricavato dalla vendita verrà devoluto al centro islamico per avviare la riqualificazione del quartiere». Banksy, l’artista graffitaro e “graffiante” dell’attualità, non è felice che le sue opere diventino pezzi pregiati da case d’asta ma il mercato dell’arte si muove così e i suoi disegni vengono “salvati” dal degrado. Qual è stato l’intervento? «Oltre a rimuoverla, ho dovuto intervenire sul colore, perché le bombolette hanno durata breve, massimo tre anni sarebbe andata a deteriorarsi totalmente». Una fortuna che sia intervenuto Federico, la sua formazione da restauratore gli ha permesso di conoscere il colore “spruzzato” da bomboletta.

«Dopo il diploma al Liceo Artistico Canina, mi sono specializzato alla scuola da illustratore e grafico al Castello Sforzesco di Milano, dove ho imparato la tecnica dell’aerografo, che mi è tornata utile proprio per Banksy. Dopo Milano undici anni a Roma, da restauratore di dipinti. Proprio nella Capitale ho effettuato per ben sei volte distaccamenti di affreschi, il graffito è una nuova sfida. Da 13 anni mantengo “vivi” i Gremlins e gli Aliens del Museo del Cinema di Torino, collaboro con la Gam, sempre a Torino. Da quindici anni collaboro con il Museo Civico di Casale, poi principalmente sono un restauratore d’arte contemporanea». Federico non è un collezionista, ma a volte si pente di non esserlo stato, nel suo studio a volte si ritrova capolavori reali di grandi nomi dell’arte. Il restauratore monferrino è stato a contatto con opere di Fontana o di Castellani, Kiefer… «Dal gusto più apprezzabile rispetto a quelle di Banksy», ci dice lui.

Le opere più belle ci dice sono quelle di casa. «Casale ha un patrimonio storico e artistico invidiabile a Torino e Milano.Ora i miei colleghi del Museo (che sono eccellenti professionisti) mi prendono bonariamente in giro per il fatto della trasferta a Bristol. Porto avanti un lavoro nella chiesa di San Domenico, con la responsabile dell’ufficio beni culturali, l’architetto Raffaella Rolfo. Nel frattempo sto anche restaurando un quadro nell’ufficio del sindaco Riboldi a palazzo San Giorgio». Ora continua a lavorare per l’archivio di Carol Rama, artista torinese con la quale ha collaborato. Nomi illustri, scuola casalese. Borgogni vive d’arte.


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Veronica Spinoglio

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