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Bonifiche amianto: oltre 21 milioni ai privati dal 2005 a oggi

In totale sono stati censiti 1,5 milioni metri quadrati di coperture e ne restano pertanto da bonificare circa 500mila.

Oltre 21 milioni di euro destinati alle bonifiche delle proprietà private dal 2005 a giugno 2018, per un totale di 960mila metri quadrati di coperture in cemento amianto. È uno dei dati che l’assessore all’Ambiente Cristina Fava ha fornito mercoledì nel corso del Comitato di Garanzia che periodicamente si riunisce per fare il punto sulle bonifiche e sugli interventi di messa in sicurezza relativi all’amianto.

In totale sono stati censiti 1,5 milioni metri quadrati di coperture e ne restano pertanto da bonificare circa 500mila; di questi 350mila sono già inseriti in graduatoria.

L’amianto... “pirata”

Restano quindi esclusi, per ora, circa 150-200mila metri quadrati, «ma dobbiamo essere consapevoli che si tratta di un dato parziale, che deriva dai bandi; tutti sappiamo che  sul territorio c’è altro amianto che non è mai stato segnalato. Spesso sono proprio le denunce dei cittadini a fare emergere queste situazioni, per cui invitiamo quando si individuano situazioni di degrado a farlo presente allo “Sportello amianto”», aggiunge l’assessore all’Ambiente.

Nel corso della riunione - spiega la Fava - si è parlato anche dell’ampliamento della discarica amianto («Ora che c’è stata l’approvazione del progetto da parte della Conferenza dei servizi della Provincia si potrà procedere con il bando di gara») e del progetto di bonifica del canale Lanza nel tratto adiacente al Parco Eternot.

Per lo spostamento dei cumuli di terriccio contaminato coperti dai teloni lungo le sponde del canale dovrà invece provvedere la Regione.

Ma mercoledì si è discusso anche dei polverini e dell’intervento sulla ex Piemontese.

Partiamo da quest’ultimo su cui si è svolto ieri sera un incontro all’oratorio del Ronzone per fare chiarezza sulla vicenda - dice l’assessore - «visto che sono state dette parecchie inesattezze».

Un nervo scoperto

L’ex Piemontese è un nervo scoperto e tutte le volte che si accenna a intervenire in quest’area si creano timori che però - assicura la Fava - sono ingiustificati.

In passato quando si pensava di fare interventi di edilizia residenziale era previsto uno sbancamento consistente ed erano stati fatti carotaggi che avevano evidenziato che nell’area interessata non vi era polverino ma solo uno strato superficiale di terriccio contaminato da frammenti di materiale compatto.

La zona veniva utilizzata da Eternit per il recupero degli scarti che - avevano raccontato gli ex addetti Eternit - venivano frantumati con le ruspe e poi caricati su autocarri e rimessi negli impasti.

Ora si pensa di trasformare l’area in una zona a verde e quindi di asportare  uno strato superficiale e fare un riporto di terriccio pulito. Cosa che si tradurrebbe in una bonifica e nella definitiva messa in sicurezza.

Discarica, una nuova vasca

La discarica: il progetto prevede l’ampliamento con la costruzione di una nuova vasca per materiali compatti di 45mila metri cubi, che dovrebbe garantire altri 5/7 anni di conferimenti.  L’auspicio - dice l’assessore - è che sia l’ultima.

Costo previsto 3,5 milioni di euro. Tempi: entro l’anno la gara; probabilmente entro un anno la realizzazione.

La bonifica del canale

Quello relativo alla bonifica del canale è un altro progetto corposo con una spesa massima stimata di 6 milioni euro. Si procederà a lotti su più annualità lavorando quando il canale è in asciutta.

Il progetto prevede la messa in sicurezza delle sponde che risultano contaminate e il rivestimento del fondo nel tratto che costeggia il parco Eternot (circa 400 metri).

176 siti con il polverino

I polverini: i siti noti contaminati da polverino sono 176.

Di questi due sono attualmente in corso di bonifica, per altri sette si sta provvedendo alla aggiudicazione della gara. Gli altri sono stati tutti ultimati.

Ci sono poi altri dieci siti che sono stati segnalati ma che devono ancora essere verificati da ARPA. Si vedrà nelle prossime settimane se contengono o no amianto.

Falegnameria, zincatura...

Altre questioni sono poi quelle relative alla bonifica dei fabbricati e dei manufatti di strada alla diga: il decantatore, un grosso vascone dove rifluivano le acque di lavorazione e che finora non è mai stato bonificato e dove a rigor di logica dovrebbe esserci ancora fanghi di lavorazione.

«In quell’area si è provveduto a svuotare la vecchia falegnameria e a bonificare tutto il materiale e proprio mercoledì mattina ARPA e ASL hanno fatto un sopralluogo per redigere il progetto di bonifica», spiega la Fava.

«Analogamente si procede con il locale zincatura: verrà svuotato, pulito il materiale e poi a locale vuoto si faranno sopralluogo e progetto di bonifica».


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