La pioppicoltura ha un futuro che parte da Casale - Il rapporto con l'industria e la produzione di energia
di Marina Maffei
E’ un ruolo centrale quello riconosciuto al CRA - PLF, l’unità di ricerca per le produzioni legnose fuori foresta di Casale, nel corso del convegno “La filiera del pioppo: indirizzi e prospettive”, organizzato dalla Regione Piemonte, dall’Ipla (Istituto per le piante da legno e l’ambiente) e dallo stesso CRA – PLF.
Tra i numerosi interventi ha spiccato quello di Giuseppe Nervo, che dell’unità di ricerca casalese è direttore dal 2004. Nervo ha sottolineato in particolare il contributo del CRA - PLF ad una pioppicoltura sostenibile, spiegando che per affrontare le criticità che affliggono il settore - dalla frammentazione del sistema Piemonte in ben 25.000 aziende agricole alla polverizzazione dei terreni, dalla riconducibilità dell’80% dei pioppeti al solo clone I-214 agli elevati costi di produzione - riconoscere un nuovo ruolo multifunzionale alla pioppicoltura: «La valenza ambientale del pioppo è molto forte: può essere utilizzato con una funzione di rinaturalizzazione protettiva, per l’assorbimento della CO2 e con funzione di fitorimedio».
Alla gestione sostenibile, senza la riduzione della qualità delle produzioni, si deve pervenire – ha precisato Nervo «attraverso la riduzione del rischio fitosanitario, il contenimento degli interventi colturali con la limitazione degli apporti azotati, l’impiego oculato dell’acqua di irrigazione, il rispetto dei corsi d’acqua e aree sensibili».
«La domanda di legno con certificazione ambientale è in aumento» ha concluso il direttore del CRA - PLF. «Molto si può fare per rendere la pioppicoltura sostenibile e più rispondente alle esigenze della collettività e di una industria ormai interessata a reperire materia prima certificata e di qualità per reggere la concorrenza internazionale». A tale scopo sono disponibili tecniche di miglioramento genetico e la sperimentazione di modelli selvicolturali estensivi o semiestensivi per la costituzione di nuovi cloni in grado di rispondere al meglio alle esigenze di una produzione legnosa ecosostenibile e di qualità. Attività in cui l’unità di ricerca di Casale è all’avanguardia.
Tematiche che hanno trovato ampio consenso nell’uditorio. L’argomento affrontato, d’altra parte, è molto sentito nella nostra regione, che ha sempre avuto un ruolo di guida per l’innovazione nel settore dell’arboricoltura da legno in generale, e della pioppicoltura in particolare.
Nuove possibilità potrebbero nascere, ha spiegato il presidente dell’Ipla Lido Riba, «dalla valorizzazione energetica del pioppo, cioè attraverso la realizzazione sul territorio, anche nelle aree a vocazione pioppicola come l’Alessandrino e il Casalese, di piccoli impianti a biomassa (da un megawatt) per la produzione di energia, basati su filiere corte che usino materia prima del posto e che creino margini di reddito per i produttori locali. Si tratta di ipotesi, già allo studio dell’Ipla, che si vanno a collocare in uno spazio di mercato che, diversamente, sarà riempito da operatori con fini speculativi e da centrali alimentate con cippato importato dall’Est Europa, senza ritorni di valore aggiunto sul territorio».