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Il consulente della difesa Schmidheiny minimizza clamorosamente la strage-amianto. Il mesotelioma? Una... fissazione

A sentire il consulente della difesa di Stephan Schmidheiny Canzio Romano, quella del mesotelioma è più che altro una fissazione. Localizzata e largamente condivisa sì, e proprio dove di amianto grazie all’Eternit ce n’è stato e ce n’è ancora tanto, ma pur sempre una fissazione: dei medici, dei malati, dei familiari che - sembrerebbe di capire dopo avere ascoltato all’ultima udienza il perito citato dalla difesa - più che altro si autoconvincono di essere ammazzati dall’amianto dell’Eternit. E invece scava scava - a essere acuti e critici osservatori come il prof Canzio (nome) Romano (cognome) - chissà che cavolo gli piglia... Una fissazione anche degli epidemiologi, cominciata tra i medici almeno negli Anni Quaranta, esplosa negli Anni Sessanta, è che ha inseguito giorno dopo giorno, anno dopo anno, questi poveri industriali che lavoravano l’amianto facendo il bene di un sacco di gente. Emilio Costa - dirigente Eternit mai pentito - l’amianto l’aveva difeso fino all’ultimo, aveva raccontato teneramente in aula al processo Eternit di Torino la sua ex segretaria personale «molto affezionata». E, impenitente, fino almeno alla metà degli Anni Ottanta - aveva cercato di far capire a tutto il mondo quanto bene facesse l’amianto alle persone: utilizzato negli acquedotti, utilizzato per costruire case economiche in cui poteva andare ad abitare la povera gente, utilizzato per mille prodotti nella nostra vita quotidiana. E Canzio Romano sembra essere il nuovo campione della «interpretazione autentica» che Eternit ha cercato di far prevalere, invano, per decenni, sulle «fissazioni» di medici, ricercatori, sindacalisti, lavoratori, abitanti che per questa misteriosa fissazione a cui è stato dato anche un nome - mesotelioma - finivano per ammalarsi e poi morivano davvero! Per non parlare di quelli dell’Inail (secondo Canzio Romano anche loro utilizzano criteri inadeguati!, da faciloni...) che arrivavano addirittura (!) a pagare indennità a chi lavorando l’amianto si faceva venire un’altra «fissazione» ancora, che circolava in particolare tra i lavoratori degli stabilimenti Eternit: l’asbestosi, la «polvere» nei polmoni. E la fissazione ha conquistato persino l’Istituto Superiore di Sanità, il Registro nazionale mesoteliomi, che - mica è sfuggito all’acume di Canzio - non è fondato su criteri sufficientemente rigorosi come invece avviene per quello francese. Sì, a ben vedere qua e là non si può negare che qualche mesotelioma ci sia, ma molti, molti meno di quelli che la «fissazione» vorrebbe. Casi accettati dal consulente di Schmidheiny in quanto fondati sui sistemi diagnostici attuali, più raffinati - è ovvio - di quelli del passato e meno, sembra lecito presumere, di quelli del futuro. Tutti quelli individuati in passato dunque - è il messaggio del prof-perito-della-difesa - non sono stati diagnosticati con sufficiente certezza e quindi non si dovrebbe tenerne conto, a essere epidemiologi veri... Tutti casi che vanno inseriti al massimo in una nuova disciplina tutta da scoprire, l’epidemiologia della «fissazione», che chissà perché colpisce inesorabilmente le popolazioni dove sono stati localizzati impianti per la lavorazione dell’amianto. Nel processo in corso a Torino: gli impianti dell’Eternit. Le sorti progressive dell'umanità... Insomma preso alla lettera - di decennio in decennio - non si può che scoprire inesorabilmente che le diagnosi precedenti non erano sufficientemente precise e - per prudenza («scientifica», eh...) - decidere che non erano tumori. E di decennio in decennio significherebbe cancellare la storia della medicina, concludere che il tumore non è mai esistito... e per coerenza (sempre «scientifica»!) ignorare anche le diagnosi attuali, meno precise di quelle future. Anche questa - in fondo - è un modo di intendere le cosiddette «sorti progressive dell’umanità». O no? Il tentativo di Canzio Per il consulente della difesa Schmidheiny il tentativo è chiaramente quello di provare a dimostrare che buona parte delle 2.889 vittime dell’Eternit elencate nei fascicoli dell’inchiesta (che nel frattempo saranno inesorabilmente cresciute di numero) si sono ammalate o sono morte di qualche altra cosa. Qualunque altra cosa!, ma non malattie causate dall’amianto che rischiano di portare a richieste di indennizzo milionarie per il suo cliente, l’imputato Stephan Schmidheiny, accusato con il barone belga Jean Louis Marie Ghislain de Cartier de la Marchienne dalla Procura di Torino dei reati di disastro doloso permanente e inosservanza delle misure di sicurezza sui luoghi di lavoro. «Argomenti singolari» Sergio Bonetto, avvocato, che in aula - insieme a tanti altri colleghi - difende le vittime dell’Eternit, si limita a dire che «siamo solo a metà dell’esame e i suoi argomenti sono “singolari”. Di tutti coloro che si sono occupati di epidemiologia dei tumori e in particolare del mesotelioma nessuno ha mai esposto tesi di questo tipo. «Se fossero mai esatte andrebbe rivista la storia della medicina». «L’argomento è il disastro» Per Bruno Pesce, coordinatore del Comitato Vertenza Amianto «è chiaro che loro tendono a svicolare dalla logica che vorrebbe una discussione sul disastro per spostarlo sui singoli casi come se fosse una semplice accusa di omicidio. Invece è importante che si arrivi a una condanna per disastro e che siano individuate le aree delle parti lese. Poi i casi si valuteranno in sede civile. «Quanto al consulente ci aspettavamo, conoscendolo, che giocasse questa che è l’unica carta che hanno. Comunque le responsabilità e il ruolo degli imputati sono emersi in molto convincente. Insieme alla loro politica di negare, camuffare la realtà, stravolgerla per continuare a usare l’amianto. Il dolo è sempre più evidente, via via che avanza il processo». «Quanto ai dati in verità gli epidemiologi hanno fatto presente che in sono sottostimati e i che criteri utilizzati sono rigorosissimi. «Sappiamo bene che tante volte i medici rinunciavano a sottoporre il paziente a esami istologici per non tormentarlo, perché agli occhi dell’oncologo, del pneumologo, del radiologo era più che evidente che si trattava di un mesotelioma, ed è quello che li ha uccisi. E loro vogliono dimostrare che se non c’è esame istologico pieno allora non era mesotelioma»? Per soldi Proprio così... E chissà perché la cosa non stupisce. I signori dell’amianto hanno sempre ingannato, negato, mistificato, nascosto il rischio. E lo hanno fatto per soldi.

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Augusto Olearo

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