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  • 07 maggio 2016
  • Casale Monferrato

Artigianato in flessione: primo trimestre negativo in tutto il Piemonte

Anche nel periodo gennaio-marzo 2016, secondo Unioncamere Piemonte, il comparto artigiano ha manifestato criticità superiori rispetto a quanto evidenziato dal tessuto imprenditoriale regionale nel complesso. Dall’analisi dei dati del Registro imprese delle Camere di commercio piemontesi «emerge, infatti, come nel primo trimestre dell’anno, a fronte di un tasso di crescita negativo del -0,48% per le imprese piemontesi complessivamente considerate, il comparto artigiano, in linea con quanto avvenuto a livello nazionale, abbia subito una flessione più consistente della propria base imprenditoriale (-0,90%)». Va ricordato, tuttavia, come il primo trimestre dell’anno sia tradizionalmente caratterizzato da un bilancio negativo tra iscrizioni e cessazioni d’imprese, poiché queste ultime si concentrano sul finire dell’anno precedente e vengono contabilizzate negli archivi camerali nelle prime settimane dell’anno successivo. «Nel corso dei primi tre mesi del 2016, sul territorio piemontese sono nate complessivamente 2.902 imprese artigiane. Al netto delle 4.020 cessazioni (valutate al netto delle cancellazioni d’ufficio), il saldo appare ancora una volta negativo (-1.118 unità), dinamica che porta a 122.778 lo stock di imprese artigiane complessivamente registrate a fine marzo 2016 presso il Registro imprese delle Camere di commercio piemontesi». «Guardando i dati del Registro imprese dobbiamo purtroppo constatare che il tessuto artigiano della nostra regione non ha ancora superato le difficoltà degli ultimi anni - dichiara Ferruccio Dardanello, presidente di Unioncamere Piemonte -. Si tratta di imprese di piccole dimensioni e poco strutturate, meno attrezzate in termini di innovazione e di apertura sui mercati esteri, ma che hanno una freccia importante al loro arco: la qualità e l’eccellenza delle loro produzioni, espressioni di quel ‘Made in Piemonte’ che non ha nulla da invidiare ai prodotti del resto del mondo. Il compito delle Camere di commercio e degli attori economici è quello di continuare a valorizzare queste eccellenze, attraverso interventi mirati a favore della piccola e media impresa artigiana, con l’obiettivo di favorire l’occupazione e la nascita di nuove attività, soprattutto giovanili».   Analizzando il tessuto imprenditoriale artigiano in base alla natura giuridica delle imprese che lo costituiscono, «emerge come poco meno dell’80% delle realtà sia formata da ditte individuali; il 16,8% risulta composto da società di persone, mentre solo il 4,0% ha assunto la forma della società di capitale». Le ditte individuali e le società di persone «hanno subito ancora delle flessioni, rispettivamente pari a -0,97% e -1,05%. Ancor più negativo è apparso il risultato per le altre forme, che hanno registrato un tasso di crescita pari al -1,28%. A livello settoriale, il primo comparto per numerosità di aziende artigiane risulta quello edile, con il 42,6% delle imprese artigiane piemontesi. Questo settore, così rilevante per l’artigianato regionale, registra anche nel I trimestre 2016 un dato negativo (-1,35%). L’industria in senso stretto, con il 22,2% delle imprese artigiane della regione, evidenzia un tasso di variazione % trimestrale dello stock pari al -0,99%, seguita dal turismo (-0,46%). Anche gli altri servizi mostrano, nei primi te mesi del 2016, una contrazione della propria base imprenditoriale artigiana (-0,35%). Meno negativi i risultati del commercio (-0,31%) e dell’agricoltura (-0,13%)». A livello provinciale, le criticità maggiori vengono riscontrate in alcune realtà del Piemonte meridionale: Cuneo, che registra un tasso di crescita negativo pari al -1,24%, e Asti, con una flessione del -1,22%. Contrazioni più intense della media regionale appartengono anche a Vercelli (-1,12%) e Alessandria (-0,96%). Cali meno pesanti caratterizzano, invece, gli altri territori. Biella registra un tasso del -0,82%, sostanzialmente analogo a quello evidenziato dal novarese (-0,80%). Il capoluogo regionale manifesta un tasso del -0,79%. Il dato meno negativo appartiene al Verbano Cusio Ossola (-0,48%).

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