Prima udienza ieri, giovedì, al Tribunale di Vercelli, per la vicenda giudiziaria ‘Terre d’Acqua’ che vede imputate a vario titolo otto persone di peculato e associazione a delinquere finalizzata al peculato.
Si tratta del parlamentare del PDL Roberto Rosso, ex sottosegretario all’Agricoltura; Nicola Sirchia, assessore comunale e dirigente al Municipio di Alessandria; l’ex sindaco di Trino Giovanni Ravasenga; l’ex assessore sempre di Trino Alessandro Giolito; il commercialista e consigliere comunale di Vercelli Tino Candeli; l’ex direttore generale della Provincia di Vercelli Gianfranco Chessa; l’ex assessore provinciale di Vercelli Roberto Saviolo e l’esperta di beni culturali Cinzia Joris.
Questi ultimi due sono accusati di peculato, i primi sei di peculato e associazione a delinquere.
Il rinvio a giudizio nei confronti degli otto imputati era stato disposto nel dicembre scorso dal gup Luisa Ferracane.
L’udienza collegiale di ieri, interamente interlocutoria e durata complessivamente poco più di mezzora, è stata presieduta dal magistrato casalese Maria Teresa Guaschino (giudici a latere Marco Dovesi e Andrea Massaro), pubblico ministero Pier Luigi Pianta.
Tre gli imputati presenti: Nicola Sirchia, assistito dall’avv. Alessandro Bazzi, Giovanni Ravasenga e Alessandro Giolito, difesi dall’avv. Giuseppe Greppi. Gli altri cinque, tutti contumaci, erano rappresentati in aula dai rispettivi difensori.
Secondo l’accusa la fondazione, ora sciolta, a suo tempo costituita fra la Provincia di Vercelli e il Comune di Trino, sarebbe servita non per organizzare manifestazioni, eventi culturali e momenti di svago, ma per gestire ed utilizzare i finanziamenti provenienti dalla pubblica amministrazione - 1 milione 400 mila euro tra il 2005 e il 2007 - impegnando parte delle somme per scopi diversi da quelli per cui erano state versate.
Il collegio difensivo aveva presentato una perizia contabile per dimostrare che tutte le uscite di denaro a titolo di corrispettivo erano state utilizzate per i fini contrattuali assunti e per il funzionamento della società. L’accusa, al contrario, ritiene attraverso sei diversi filoni d’inchiesta, che i passaggi di ‘Terre d’Acqua’ da società consortile a società in house e poi in fondazione, sarebbero serviti per ottenere finanziamenti pubblici sganciandosi da qualsiasi forma di controllo. Inoltre - sempre secondo l’accusa - gli imputati avrebbero riportato nel bilancio della società il compenso per la moglie di Giolito che invece non avrebbe mai lavorato per la fondazione.
Giudici e avvocati hanno stilato il calendario delle udienze: la prima, dedicata alle questioni preliminari, si terrà giovedì 24 maggio, alle 9. In quella data verrà altresì diramata la lista dei testimoni. Non è ancora noto quando si procederà alle udienze istruttorie perchè un legale ha chiesto lo spostamento delle sedute dal giovedì - come prevede l’andamento dei lavori del Tribunale di Vercelli - al lunedì o al venerdì per finalità organizzative del proprio assistito. Il presidente Guaschino aveva ipotizzato, dopo quella del 24 maggio, anche l’udienza dell’8 novembre.
Ma, dopo le richieste dei difensori degli imputati, ha cancellato la seconda data.
Pertanto le udienze istruttorie, per effetto della decisione intrapresa ieri, saranno calendarizzate di volta in volta, dopo il 24 maggio. Sempre ieri è stata sollevata un’eccezione per la mancata notifica di una persona offesa per concussione.
Sentite le parti, il presidente ha disposto la notifica chiedendo alla cancelleria di ottemperare. L’udienza celebrata al primo piano del Tribunale di piazza Amedeo IX, dopo il consenso prestato dal collegio giudicante, è stata parzialmente ripresa (non gli imputati e il collegio ma solo il rappresentante della pubblica accusa) senza sonoro da una troupe di Rai Tre che ha mandato in onda il servizio nei notiziari regionali.