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  • 25 novembre 2024
  • Casale Monferrato

Premio letterario Petrarca

Una vita che rinasce dalla poesia di Giulia Casalone

Vince una studentessa del Liceo Balbo

Giulia Casalone. Ad Arezzo per la poesia “Capanna sullo strapiombo del mondo”

«Bianca veste di innata purezza/macchia il suolo marcio di giovane sollievo./Libertà sorda, sogno recluso in vecchia capanna/ricolma di fiori e sussulti e dubbi e auguri./In essa l’anziano attende ancora,/riempiendo il silenzio con dolci sospiri./Non ti voltare, o bella Miranda/Passato ti mangia appena giri gli occhi./Scappa lontano da volti noti,/fin dove le gambe sorreggono corri /alle cime più alte, nelle profondità più inabissate./Rifugio trovi soltanto se il cuore è in pace/e la faccia pulita da graffi feroci di belva umana», questa è la poesia “Capanna sullo strapiombo del mondo”, scritta da Giulia Casalone, studentessa al quarto anno del Liceo Classico Balbo, che nei giorni scorsi ha vinto il prestigioso premio di poesia “Francesco Petrarca – Città di Arezzo 8ª edizione”, premio letterario “Etruria Faber Music” . 

«Questa poesia nasce da una riflessione fatta a scuola: durante una lezione ci è stato chiesto di ascoltare alcuni suoni (di natura, di città, di voci) e scrivere i concetti che quei suoni richiamavano alla mente. Dovevamo provare a scrivere un testo, un breve racconto. Ho pensato a “fiume che scorre”, “solitudine”, “vento”, “fango” e a un quadro di Noè Bordignon intitolato “Matelda”. Il dipinto ritrae una ragazza in abito da sposa con il bouquet in mano che corre al lato di un torrente in mezzo alle montagne. La storia che inventai aveva come protagonista la stessa ragazza, ma lo sfondo era più cupo e lei era più triste. Un vagone di idee e di supposizioni sulla vita di questa ragazza immaginaria iniziò a riempire la mia mente, fin quando non arrivai a questa soluzione», ci racconta la giovane poetessa.

Chi è la “bella Miranda” nel testo? «La fanciulla si chiama Miranda, nome che deriva dall’aggettivo latino mirandus, letteralmente “meraviglioso, straordinario, stupendo”. Vive in Somalia, dove ancora oggi vengono organizzati matrimoni combinati tra adolescenti, a volte bambine, e uomini molto più grandi, in accordo con la famiglia della sposa. La sorte di Miranda è dunque quella di sposare un anziano del suo piccolo villaggio che lei già conosce.

Quando Miranda ha 15 anni arrivano i primi schiaffi, seguiti da scuse sentite che pian piano svaniscono. Non è colpa sua, lui non riesce a controllare le sue azioni e le sue parole. Nelle giornate buone fa delle lunghe passeggiate con Miranda, le porta dei mazzi di fiori, le dà dolci carezze; in quelle cattive sa solamente urlarle contro, non si rende conto di dove si trova, è confuso e dà la colpa a lei, le carezze diventano schiaffi e pugni. Il giorno stabilito per il matrimonio tutti sono seduti, in attesa dell’arrivo della ragazza, ma lei ha trovato il coraggio di fuggire via e ricominciare la sua vita altrove. L’uomo non può presagire il dispiacere imminente...».

Cosa lasciano questi versi al lettore? «Dubbi... ognuno può dare una libera interpretazione, chiedendosi perché lei è scappata e che cosa stia succedendo. Spero di trasmettere emozioni e che la poesia non sia qualcosa di piatto… vorrei che non diventasse la solita storia di una donna maltrattata, tema che molto spesso viene dimenticato rapidamente... Inoltre, inserendo anche l’incapacità di intendere e volere dell’antagonista, desideravo far riflettere anche sulla figura dell’uomo. Mi piacerebbe aprire un dibattito e far macchinare un po’ il cervello delle persone...».Gli intensi versi della giovane poetessa, nella loro drammaticità e forza, rappresentano comunque un inno alla vita che può rinascere anche nelle situazioni più dolorose, quando vengono compiute scelte coraggiose come quella di Miranda.


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