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Un territorio da raccontare
Gli ameni borghi monferrini location ideale per i libri gialli
Marina Rissone è tornata a promuovere le sue fatiche letterarie

Quando la pandemia ridefinisce le regole per vivere la libertà, il tempo libero e le vacanze, ecco presentarsi il turismo di prossimità, una nuova a vincente formulazione valorizzante le peculiarità dei singoli territori e, perché no, anche dalla letteratura di chi, il territorio, lo vive e sa raccontare. E’ successo alla giornalista e scrittrice astigiana Marina Rissone la quale, è tornata a ripromuovere le sue fatiche letterarie ambientate nel Monferrato, per offrire nuovi impulsi e ricreare rinnovate curiosità verso gli ameni, selvaggi e anche un po’ “misteriosi” borghi monferrini.
Marina, originaria di Johannesburg e residente a Dusino San Michele, da sempre ama viaggiare e vive di uno spirito curioso che, di territorio in territorio, la porta a ricercarne la storia fino alle origini. “Già da bambina, ero solita portarmi seco, biro e taccuino per prendere appunti e liberare i miei pensieri”. Dopo la laurea magistrale in Scienze Politiche e Relazioni Internazionali all’Amedeo Avogadro di Alessandria, con un Master in Comunicazione e Formazione, da 18 anni, Marina è giornalista e dal 2018 professionista. Oltre ad essere collaboratrice di un noto quotidiano, Marina ama seguire progetti culturali, di storia e sociologia del costume e della moda, avendo, in tasca, anche un diploma di Arte e Moda all’istituto (oggi Fondazione) Ilda Bianciotto di Torino.
Ed è nei mesi di lockdown che Marina ha rispolverato le sue tre fatiche letterarie: “La chiave del Mistero”, il giallo ambientato nella Pieve Romanica di San Lorenzo a Montiglio Monferrato; “Così parlò Nerone, Gatto Araldico”, il racconto magico esoterico dedicato al Castello di Piea; “Indelebile”, il thriller psicologico tra Monferrato, Roma, Torino e altre capitali europee, nel quale, personaggi reali e di fantasia discutono di cultura, moda, doppiaggio e giornalismo. Il giallo sulla Pieve di Montiglio è stato il suo primo romanzo pubblicato nel 2015, in seguito alla scrittura di un suo stesso articolo giornalistico. “Ero rimasta colpita dal racconto di Francesco Ciravegna, custode della Pieve, circa una caccia al tesoro americana geocaching. Da lì, l’idea di partire dalla notizia per costruire un mistero che, nel giro di una settimana, si dipana intorno alla piccola Pieve e a un gruppo di turisti provenienti da mezzo mondo. Pagina dopo pagina, i lettori si immedesimano nel mistero per risolvere il caso di omicidio avvenuto nella pieve...”. Ed il segreto nel rispolverare i “vecchi” romanzi sta proprio lì. “Una volta finito il giallo, il lettore diventa turista, desideroso di scoprire, realmente, i dettagli dei luoghi della vicenda”.
“Amo il genere giallo da sempre; Agatha Christie e La Signora in Giallo sono state, per me, veri e propri colpi di fulmine. In parallelo, continuo a coltivare la passione per la poesia, iniziata con la copubblicazione di 3 collane ma, sono attratta dal mistero per i meccanismi che scaturiscono nella mente umana, ogni volta che occorre trovare la soluzione di un caso, con tanti pezzi del puzzle da sistemare”. Tra il lavoro di giornalista e la scrittura di romanzi e poesie, ora Marina pensa anche al teatro. Infatti, tra i suoi progetti più prossimi, c’è una bozza dal titolo “Gioco di Specchi” che, presto, potrebbe divenire un testo teatrale.
Profili monferrini
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