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Intervista

Le “emozioni” per i motori di Carlotta, navigatrice rally

Le auto, la famiglia, le gare e i sogni della giovane casalese

C’è chi da bambina giocava con le bambole e chi con le pentoline, altre prediligevano i trucchi e, altre ancora, le fiabe. Ma questa è un’altra storia: per Carlotta sono state solo macchinine, quelle della collezione di papà Giancarlo e, quando veniva qualche amichetta per giocare con le Barbie, lei, non vedeva l’ora che se ne andasse.

A 16 anni, le sue passioni continuavano ad essere le macchine e, oggi, è una delle poche donne navigatrici di auto da rally, unica nel Monferrato. Si chiama Carlotta Gallo, all’anagrafe 28enne, da 12 anni nel mondo del rally e, da 2, navigatrice patentata.

Carlotta, com’è iniziata la tua passione per il rally?

A 16 anni, il mio primo fidanzatino mi portava sempre a vederli, ma la passione era iniziata già da bambina, quando restavo per ore a giocare con le auto telecomandate di papà. La mia preferita era la Audi TT grigio metallizzata.

Dalla passione alla licenza da navigatrice. Quando è scattata la molla?

Nel 2015, quando avevo 24 anni. Ho deciso di frequentare il corso ad Alba per ottenere il certificato e, nel 2018, ho preso la licenza.

A casa si sono sopresi della tua scelta?

Papà e mamma Paola no: è stato emozionate quand,o lo scorso anno, sono venuti per la prima volta a vedermi al Rally Città di Torino. Nonna Angela invece, arzilla 89enne, mi ha detto: “Ti te mata, te va a copare” (tu sei matta, ti vai ammazzare), ricordandomi che le brave ragazze non fanno cose da maschi. È troppo forte la nonna.

Quando la prima gara?

Nel marzo del 2018 con Matteo Biasi. Abbiamo corso con una MG in categoria N1 a Canelli e siamo arrivati primi.

Qual è stata la sensazione prima, durante e dopo?

Credevo di morire dall’agitazione, ma ero molto sicura di me stessa. Dieci secondi prima che il semaforo desse il via, l’adrenalina è salita a mille. Poi, non ho avuto esitazioni e, con abbigliamento ignifugo, casco interfono e quaderno e matita alla mano, sono andata.

Cos’è importante per essere una brava navigatrice?

Ritmo, precisione, velocità, rispetto della tabella di marcia e, indubbiamente, grande intesa con il pilota.

Condizioni difficili da raggiungere?

No. Il pilota lo scelgo. Anche quando vengo scelta, alla fine, decido sempre io. Per il resto, una volta indossata la cintura, con quaderno e matita alla mano, posso anche non alzare lo sguardo: so sempre esattamente dove mi trovo. Ogni movimento della vettura è per me un preciso riferimento.

Errori?

Zero. Non sono contemplati.

Hai mai paura?

No. Solo una volta mi è capitato, dopo aver avuto un incidente.

Quali i contesti più difficili?

Quando salgo su vetture a trazione posteriore, su curve strette, non sempre è una bella sensazione. L’auto può facilmente volare via.

Quante gare corri a stagione?

Sette. La prossima, sarà il Trofeo BMW, la gara prima della finale il 6 ottobre in Lombardia. Se ci classificheremo, io e il 65enne Valeriano Toscani, a dicembre correremo il Rally Ronde Città dei Mille ad Alzano Lombardo. Altra data, il prossimo 3 novembre porterò al debutto a Casale, per il 22° Ronde Colli del Monferrato, il 23enne gabianese Francesco Ganora.

Parlaci del tuo palmares.

Tre volte primi in classifica nel 2018; una volta secondi e due volte terzi nel 2019.

Hai mai pensato di diventare pilota?

Lo farei subito. A parte la licenza, occorrono tanti soldi per noleggiare un’auto da corsa, assicurarla, fare il pieno di benzina, provvedere alle gomme e per l’iscrizione alle gare. Non parliamo, ovviamente, di acquistarne una tutta mia.

Quale vettura vorresti?

Volando basso: una Clio R3. Il sogno: una WRC C.

Com’è la tua guida?

Vado forte, ma so quello che faccio.

Oltre alla WRC C, cosa sogni?

Un lavoro che mi permetta di acquistare la mia WRC C; una famiglia continuando a correre; un maschietto (figlio) appassionato di rally a cui, magari, fargli da navigatrice.

Com’è Carlotta?

In continua evoluzione. Felice. Da bambina, ero ingestibile. Papà diceva spesso che sarebbe stato più facile gestire un cane lupo. Ora, continuo ad essere testarda e determinata, ma sono anche dolce ed estremamente generosa.

Il tuo motto?

Le emozioni le puoi solo vivere e non descrivere.


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Marco Imarisio

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