L’Afeva: «Solidali con Broni». Grazie al processo si troverà unità di intenti e lotta?
di Massimiliano Francia
La storia di Casale è singolare non solo per la sventura di essere stata sede per ottant’anni delle lavorazioni dell’Eternit, la multinazionale dell’amianto probabilmente più potente e spietata al mondo nei, ma anche per la ferma, tenace reazione che nei decenni la sua gente ha costruito.
Un percorso ben descritto nel libro di Rosalba Altopiedi «La criminalità d’impresa. Il caso Eternit» che mette in luce come in città si sia verificata una straordinaria presa di coscienza rispetto al fatto di essere stati vittime di un disegno criminoso, ancora più insidioso portato avanti... in giacca e cravatta. Una presa di coscienza che ha consentito di condurre una battaglia che è diventata esemplare a livello mondiale.
E ieri, lunedì, una delegazione dell’AFEVA, l’Associazione Familiari Vittime dell’Amianto, ha portato la propria solidarietà alle vittime di Broni, in occasione della prima udienza preliminare del processo che si sta valutando se istruire nei confronti degli ex dirigenti della Fibronit a Voghera, che operava oltre che nella località lombarda anche a Bari.
Soprattutto a Broni la situazione è drammatica: «Ben 700 morti su una popolazione di meno di 10mila abitanti - dice Assunta Prato - ma c’erano solo 130 parti civili e pochissima gente».
Anche Bruno Pesce, coordinatore del Comitato Vertenza Amianto, sottolinea «che non c’è a Broni, purtroppo, un movimento e una forte volontà unitaria. Speriamo che con il processo - afferma concordemente con la Prato - cresca anche una una unità di azione e si possa raggiungere un dato di partecipazione più ampia più decisa e con obiettivi condivisi».
Una situazione che fa sentire alle realtà che come Casale hanno saputo costruire un percorso di riscatto una responsabilità ancora maggiore nella lotta contro la fibra killer che rappresenta una battaglia globale.
Forte sdegno espresso da Romana Blasotti Pavesi, leader dell’AFEVA, per l’ipotesi emersa dagli esposti (e al vaglio della magistratura inquirente) che Eternit abbia «girato» le commesse a Fibronit dopo il fallimento del 1986.
Circa 200 le parti civili singole (più Provincia, Comune, Asl Pavia e anche alcune associazioni) costituite ieri al processo. Ulteriori costituzioni forse il 3 maggio e poi la difesa potrà presentare eventuali eccezioni a costituzioni
I risarcimenti potrebbero derivare dal fallimento Fibronit che ha in capo gli ex stabilimenti il cui valore di mercato è però compromesso dal fatto che sono da bonificare
Le prossime udienze sono previste il 3, 9, 14, 25 maggio.
Massimiliano Francia