Anche il commercio casalese risente «di una certa crisi dei consumi dovuta ad un impoverimento delle tasche dei consumatori. E ne risentirà anche nel 2009». Ma, in attesa dei dati ufficiali del Comune sul numero di attività chiuse o avviate nel 2008, il direttore dell’Unione Commercianti Piergiorgio Giordano ritiene che non ci sia stata una significativa contrazione del numero dei negozi. «C’è una particolare sofferenza nel settore dell’abbigliamento, che coinvolge anche qualche nome storico, ma nel complesso direi che è aumentato soprattutto il turn over. Con la legge Bersani, è diventato più facile aprire un’attività, ma commercianti non ci si improvvisa: occorrono investimenti e professionalità che non sempre ci sono. E quindi per questo motivo abbiamo visto negli ultimi tempi molte serrande alzarsi e abbassarsi nel giro di pochi mesi».
Il settore alimentare sembra risentire meno della crisi, non solo perché si parla di consumi primari, ma anche perché «con l’avvento dei supermercati molti avevano già dovuto chiudere». E quindi - si può desumere - erano rimasti già gli esercizi più competitivi.