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La spesa mensile delle famiglie aumenta dell’1,4%: 2488 euro

Secondo un’indagine ISTAT svolta su dati 2011, la spesa media mensile per famiglia, pari a circa 2488 euro, mostra un aumento dell’1,4% rispetto all’anno precedente. Di questa cifra, è il 16,6% ad essere speso per generi alimentari fra le famiglie del Nord e il 18,4% fra quelle del Centro, percentuale che rimane costante rispetto a quella del 2010; continua ad aumentare, invece, nel Mezzogiorno, dove rappresenta il 25,6% della spesa totale. Sempre per quanto riguarda la spesa per generi alimentari e bevande, la maggior parte delle famiglie, ovvero circa il 67,5%, dichiara di effettuare i propri acquisti presso il supermercato, che, anche nel 2011, si conferma, quindi, come il luogo di acquisto prevalente. Circa metà delle famiglie, per la precisione il 47,7%, continua ad acquistare il pane al negozio tradizionale, il 9,7% continua a scegliere il mercato per l’acquisto del pesce e il 16,4% per frutta e verdura. I dati cambiano nel mezzogiorno, dove sempre più famiglie si rivolgono agli “hard discount” per le loro spese alimentari. Sembra, infatti, che sia stato il 35,8% delle famiglie ad aver diminuito la quantità e/o la qualità dei prodotti acquistati. È necessario riflettere sul fatto che una diversa dimensione famigliare determina differenti livelli di spesa e una diversa allocazione del budget disponibile: ad esempio, tra le famiglie di cinque o più componenti, oltre un quinto della spesa totale è destinato ai generi alimentari. Nelle famiglie con a capo una donna i livelli di spesa media mensile sono più bassi rispetto a quelli di una famiglia che fa capo a una persona di sesso maschile. Ancora, le famiglie di anziani soli, pur mostrando un lieve incremento della spesa rispetto al 2011, spendono generalmente meno delle famiglie giovani. Ovviamente, la composizione della spesa è vincolata anche dagli stili di vita e dal bilancio famigliare: le famiglie con livelli di spesa più bassi, ovvero famiglie di anziani o con a capo una persona esclusa dal mondo del lavoro, destinano la quota più elevata della loro spesa totale ai beni di prima necessità, come i prodotti alimentari e l’abitazione. Si riduce la quota di spesa relativa al tempo libero e alla cultura, in seguito alla diminuzione della spesa per divertimenti, hobby, cinema, teatro, giornali, riviste e, in particolare, viaggi, e quella destinata ad abbigliamento e calzature. Cresce, invece, la quota destinata all’abitazione, a causa dell’aumento delle spese di affitto, per condominio e per lavori di ristrutturazione, e quella destinata ai trasporti, a causa dell’aumento del prezzo dei carburanti, delle assicurazioni dei veicoli, degli abbonamenti e dei biglietti per i mezzi pubblici. La spesa media mensile varia anche in base alla regione: ad esempio, una famiglia lombarda media spende circa 1400 euro in più di una famiglia siciliana. Le regioni con i livelli di spesa più bassi mostrano quote più contenute per tempo libero, cultura e altri servizi: tali spese rappresentano, infatti, il 9,9% in Sicilia, contro quasi il 17% di Piemonte e Valle d’Aosta. Infine, ad incidere sul bilancio famigliare è anche la compartecipazione delle istituzioni locali alle spese sostenute, tramite, ad esempio, i servizi pubblici.

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Emanuela Pastorelli

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