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Gruppo Senza Sede di Trino

I ristori della Regione alle RSA: «Si premi chi ha operato meglio»

La giunta Cirio prevede di erogare 41 milioni di euro

È all’esame del Consiglio regionale il provvedimento licenziato dalla Giunta guidata dal Presidente Alberto Cirio, che prevede di erogare 41 milioni ai Gestori delle 1800 strutture residenziali piemontesi che ospitano malati non autosufficienti e persone con gravi disabilità, nelle quali, nel complesso, si sono registrati almeno 4000 decessi durante la pandemia.

Il Gruppo senza Sede di Trino, concorde con quanto espresso dalla Fondazione Promozione sociale di Torino e dal Comitato Vittime RSA, esprime disappunto «perché il provvedimento, anziché porre in primo piano le convenzioni, ristorerebbe a fondo perduto tutti i Gestori, anche quelli individuati dai NAS e dalle Procure per la mancata applicazione del piano pandemico, inadeguatezza del personale, mancate misure di contenimento dei contagi tra pazienti e personale». Tutte le strutture sono già destinatarie delle risorse stanziate dal Governo a livello nazionale per coprire i costi dei dispositivi di protezione individuale, delle igienizzazioni e delle pratiche di sicurezza.

«Tuttavia alcune hanno deciso, con iniziative private, di ripagarsi delle spese con aumenti una tantum delle rette dei ricoverati o facendo pagare ai congiunti le visite - dicono dal Gruppo Senza Sede - con la motivazione che servivano soldi per acquistate mascherine e camici protettivi.

A questi Gestori la Regione intende ristorare le presunte maggiori spese? Senza verificare il rispetto dei requisiti previsti dall’accreditamento e dalle norme regionali in merito alla conduzione di una RSA? Intende distogliere risorse alla sanità destinate alle Convenzioni, cioè alle spese obbligatorie? A nostro avviso se ci sono i soldi per questi ristori a pioggia, ci sono anche per gestire seriamente le pratiche di convenzione affinché a pagare non siano ancora i malati/disabili e le loro famiglie».

Nel novembre scorso lo stesso gruppo trinese aveva inviato un esposto alla Procura della Repubblica di Torino, condividendo quanto già fatto da numerose associazioni piemontesi, «per difendere i nostri diritti e la qualità del Servizio sanitario nazionale pubblico, unica vera assicurazione sulla tutela della nostra salute e per non dimenticare la strage della scorsa primavera nelle Residenze sanitarie assistenziali, che purtroppo minaccia di ripetersi. A nostro avviso, gli accertamenti dovranno riguardare la mancata fornitura / dotazione di dispositivi di protezione individuale per operatori e pazienti, l’organizzazione delle strutture e la regolarità dei servizi forniti. Vanno valutate le responsabilità della Regione quale organo di controllo, attraverso le Commissioni di Vigilanza, circa il rispetto delle regole e degli standard nelle Rsa e l’effettivo aggiornamento, riferito alla Pandemia Covid-19».


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