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Al castello con Garibaldi e i “Cacciatori delle Alpi” - Lapide svelata (forse, grazie a due storici) - Location di charme

''Il 17 marzo 1859, un decreto reale firmato da Cavour, costituiva il corpo patriottico del 'Cacciatori delle Alpi', ponendolo agli ordini di Giuseppe Garibaldi,con il grado di maggior generale. Poco dopo egli giunse a Cavagnolo con un primo reggimento di 1064 soldati, indi con un altro di 1185 a Brusasco. Da qui partirono varie compagnie armate, al comando del capitano Gorini, per presidiare la fortezza di Verrua, con cannoni moderni del modello Cavalli. Garibaldi avendo immediatamente intuito la posizione chiave di tale fortezza, aveva ripetutamente chiesto la batteria di cannoni da montagna donata dal patrizio milanese Ala Ponzoni, ma non poté ottenerla per mancanza di muli da trasporto, impegnati sull’altro fronte». Così lo storico Mario Ogliaro ricostruisce l’atmosfera che si respirava in quei primi frenetici giorni che precedono la dichiarazione di guerra nella piccola frazione di Brusasco, nota anche col nome di Borgo Garibaldi, dominato dall’edificio settecentesco voluto dai conti Cotti secondo i canoni delle dimore signorili di campagna sull’area del giardino antistante l’antico castello, ormai in rovina. Ed a proposito dell’Eroe dei due mondi, oggi ricordato da un’epigrafe posta sulla facciata del castello di Brusasco, aggiunge: “Egli prese dimora nella villa posta sull’altura di Bruscasco, denominata Luogo, di proprietà del marchese d’Angrogna, che aveva sposato la figlia del marchese Giorgio Pallavicini Trivulzio, mentre il grosso dell’esercito piemontese, forte di 60 mila uomini, si era posizionato tra Casale Monferrato ed Alessandria. Dall’altura di Luogo Garibaldi ricevette un dispaccio in data 24 aprile, a firma del ministro La Marmora, con il quale lo autorizzava a rivolgersi ai sindaci locali per precettare cavalli, buoi, carri e, occorrendo anche viveri, qualora le sue truppe ne avessero avuto bisogno”. Nel frattempo, grazie al ritardo dei nemici - ricorda Ogliaro – il celebre condottiero fece realizzare dai “Cacciatori delle Alpi” molte trincee campali nella confluenza della Dora nel Po, sotto la rocca di Verrua, ispezionata di persona e considerata assai importante per la qualità strategica dell’ampio orizzonte sulla pianura sottostante e per il controllo del traffico fluviale. Fu poi la volta dei circostanti moduli collinari, da lui presidiati con contingenti distribuiti tra Brozolo e Cavagnolo, tra la rocca di Verrua e le immediate vicinanze, nell’eventualità che gli austriaci scegliessero la meno agevole, ma più vulnerabile, strada della Valcerrina. Garibaldi volle infine insediare in località Case Coppa, un servizio logistico di sussistenza e di assistenza ai feriti con relativa ambulanza presso i cerusici Cerutti, noti in tutto il Piemonte per i loro preparati galenici. Ma nei giorni successivi, con l’arrivo dell’imperatore francese Napoleone III nel porto di Genova e con la scelta di Alessandria come quartier generale, le truppe garibaldine partirono per il vercellese e furono lasciate libere di sollevare le popolazioni lombarde alle spalle del nemico. Dionigi Roggero 430- continua. Ultimi pubblicati Bozzole e Monte Valenza. LUOGO DI BRUSASCO TOUR - CACCIA ALLE LAPIDI Appuntamento con la nostra guida, lo storico Mario Ogliaro, davanti alla parrocchiale di Crescentino. Siamo diretti al Luogo di Brusasco, si chiama così la frazione del comune nota anche come Borgo Garibaldi. Passiamo il ponte del Po e al centro di Brusasco svolta a sinistra. Subito inizia una ripida salita tra i boschi fino alla sommità della collina. Parcheggio. Via a piedi su una strada di pietre e scorriamo tra case con balconate lignee che ci tuffano nel medioevo. Prima di passare una antica porta Ogliaro ricorda gli studi liceali al collegio dei Marinisti nei primi anni ’50, il liceo (è sulla sinistra) è una imponente costruzione diroccata e soggetta ad atti di vandalismo come dimostrano le tegole sul selciato, la casa madre dei Marianisti era a Pallanza, due sedi: una qui a Luogo e l’altra a Santa Fede di Cavagnolo. Un liceo di livello, pur pagando la retta per entrare Ogliaro dovette essere raccomandato dal vescovo di Casale mons. G. Angrisani. Arriviamo alla suggestiva piazzetta della chiesa con le mura rosse di mattoni abbellite dalle rose in fiore. Sulla sinistra l’imponente mole del castello, da una porta aperta (a volte siamo fortunati) entriamo nel parco e qui troviamo il proprietario Marco Violi, non ci prende per ladri (per fortuna conosce i libri di Ogliaro e legge Il Monferrato, prima abitava a Monteu, come Brusasco diocesi di Casale). Arriviamo alla fontana mentre Violi ci racconta del conte Gazzelli, ultimo castellano. Affascinante il ninfeo costruito sulla base di un torrione dell’antico castello pentagonale, sulle cui rovine nel Settecento il conte Luigi Cotti costruì la residenza attuale. Nel ninfeo Violi quando ci giocava da bambino vedeva una copia della grotta del conte Ugolino, e il suo compagno Caramellino (oggi altro noto storico) andava oltre immaginando lo spuntare delle teste mozzate. Bando alle fantasie infantili anche se potrebbero accrescerle dietro il ninfeo le visioni di una poderosa torre neogotica costruita dal D’Andrade, il noto ideatore del Borgo medievale di Torino. Alla base una lapide, la fotografiamo e spediamo l'immagine al nostro esperto, il prof. Olimpio Musso, in tempo quasi reale abbiamo risposta e poi ulteriore parere di secondo esperto (Aletto, cardiologo-storico, vedi) Chiusa la aprentesi interpretativa finiamo il parco-tour alla cappella anch'essa neogotica in corso di restauro. Una tavoletta all’ingresso ricorda la data di costruzione, 1823 La terrazza del castello è uno splendido punto panoramico, di fronte, annegati nel verde, Marcorengo e Casa Coppa. Una lapide ricorda il soggiorno di Garibaldi, l’altra, sotto, da ripassare, le grandi manovre. Entriamo nella camera dove ha dormito l’eroe, tutto è rimasto come allora anche il delicato dipinto del soffitto contra le decorazioni volatili dal piumaggio colorato (pappagalli esotici?). Ancora uno sguardo all'adiacente salone immaginando Garibaldi in divisa da generale sabauto col suo stato maggiore (magari teneva il poncho, più comodo...). Usciamo con in mano a ricordo il depliant del castello di Brusasco, oggi una bella location per congressi (o matrimoni, annesso l'"agriturismo del Luogo"), e ritorno da Casa Coppa, Verrua e la rocca (continuano i retsauri), fino a Crescentino. Grazie Ogliaro e grazie Olimpio. Luigi Angelino LA LAPIDE DELLA TORRE D'ANDRADE Questa l'interpretazione del prof. Olimpio Musso A(NNO) IVBIL(AEO) / 1825 (COMES COTTI) R(ESTAURARE) F(ECIT) S(UA) P(ECUNIA) Si riferisce al restauro della cappella operato dai conti di Brusasco nell’anno giubilare 1825 indetto da Leone XII con la Bolla d’indizione “Quod hoc ineunte” (1824). Fu l’unico anno giubilare del XIX secolo. E Questo il parere successivo di Carlo Aletto: Giuseppe Annibale Lodovico Alessandro, VII e ultimo conte di Brusasco, nacque a Torino nel 1782, fece carriera diplomatica; era ministro a S.Pietroburgo; nel 1821 morì improvvisamente a Mosca, mentre si recava in missione a Costantinopoli. Con lui si estinse la linea diretta dei Cotti, e, date le innovazioni rivoluzionarie, per il castello di Brusasco non si parlò più di investiture concesse dal sovrano, ma di normali passaggi di eredità. Alla morte di Alessandro subentrarono come eredi i conti di Valesa/Vallesa, di antica origine valdostana. Nel 1825 il marchese Carlo Amedeo di Luserna Angrogna, sposando Clelia, figlia del conte di Valesa, entrò in possesso dei diritti del castello. L'estensore dell'iscrizione non poteva perciò essere materialmente il conte Cotti perché deceduto nel 1821, come risulta da documenti: probabilmente furono o il conte Valesa o il marchese Angrogna.Lo stemma sull'iscrizione, però, pare ancora quello dei Cotti, mantenuto dagli eredi per le vicende che riguardavano il castello (ad esempio il restauro della cappella, opera, per così dire, del Conte Cotti ed eredi). INFO per Brusasco Web: www.castellodibrusasco.com; cell. 335-1864380 335-7444717 E-mail: info@castellodibrusasco.com FOTO. Chiesa e, sulla sinistra, castello. La poderosa torre neogotica costruita dal D’Andrade; il salone d'onore al primo piano adiacente alla camera da letto (foto nel lancio)

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