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  • 15 novembre 2013
  • Casale Monferrato

Avis Casale “chiude” a 12 titoli. La parola a Beppe e Chicca

La foto d’apertura richiama una squadra di calcio, forse vintage; per i dettagli c’è la fotogallery. L’Avis Casale si attendeva, dall’ultima giornata di campionato provinciale AICS, undici “medaglie”; invece se n’è ritrovate dodici (tre in più del 2012) perchè, grazie alle squalifiche di chi, come da regolamento, non ha corso almeno 10 delle 52 prove, il veterano valenzano Francesco Gota (classe 1933) è balzato al terzo posto nella categoria H, quella dei “duri e puri”. L’ufficializzazione vede dunque, tra i giallorossi casalesi, entrambi i titoli provinciali con Beppe D’Andrea (che succede a Floriano Peruccio) e Maria Rita Torino. Ai titoli di categoria già matematici dello stesso Peruccio (nella E) e di Simona Illengo (A femminile), ad Alluvioni Cambiò sempre un valenzano, Simone Canepa, nella A ha scavalcato un altro monferrino, Alessio Gaudioso, tesserato Polisportiva Alessandria, che merita comunque un plauso per aver condotto in testa tutta la stagione. Passando agli “argenti”, ecco Diego Bertaglia (C), Roberto Magagna (F) e la società, preceduta di soli 4 punti (644 contro 640) dalla Novese e davanti alla Solvay Solexis. Sul terzo gradino dei podi troviamo i casalesi Simone Patrucco (A), Alessandro Manassero (B), Roberto Collato (F) e il già citato Gota (H). Premi particolari a chi ha percorso più chilometri. I coniugi di Camagna, “Ale” Manassero e Simona Illengo, hanno stracciato la concorrenza “macinando” 420,5 km lui e 345,8 lei. Difficile rintracciarli al telefono di casa... Due atleti Avis che si riconfermano come donna e uomo meno giovani tra i competitivi sono l’astigiana Speranza Vorraro e (ancora lui) Francesco Gota. Ha sfiorato l’impresa la sangermanese (qui tesserata Pro Loco Mirabello) Elizabet Garçia, che ha iniziato il campionato dopo gli altri (sarebbe stata tra le favorite). Ha mancato di sole 6 lunghezze il terzo posto di categoria A femminile (la novese Mazzarello ha stretto i denti) ma, da nostra statistica, è colei che ha vinto il maggior numero di gare in questo torneo (9), davanti alla Bergaglio (8) e alla Figini (7). Non sarebbe il caso di puntualizzarlo, ma è sottinteso che la relatività dei titoli EPS è correlata alle partecipazioni o meno di atleti più forti. Alcune note a margine. Incredibile il distacco minimo dei primi tre di categoria A: Canepa 953, Gaudioso 952 e Patrucco 950. Ad Alluvioni è stato derby tra i due avisini. Al conzanese va riconosciuta una vittoria morale perchè quattro lunghezze, dopo aver saltato le gare preserali una settimana su tre causa i turni di lavoro, sono niente. Nella classifica chilometrica Beppe D’Andrea è secondo a poco meno di 30 km da Manassero, che si sarebbero ridotti a 20 se nell’ultima gara il neo campione provinciale non fosse stato costretto al ritiro da un doloroso mal di schiena. Un plauso anche a lui che, nonostante tali condizioni fisiche, ha volto onorare con la presenza sia la maglia che la competizione. L’ordine d’arrivo di Alluvioni Cambiò e le classifiche finali sono nel quaderno AICS. Le premiazioni si terranno presso il salone CONI di Alessandria sabato 23 alle 15,30. La strana collocazione (non serale) pare sia dovuta ad un torneo di... Scala 40. Non si ritiene di approfondire ulteriormente. THE SHOW MUST GO ON – (di g.pi.mor.) – Tre è detto numero perfetto. Tre anni fa firmavo per la prima volta di podismo in queste pagine, disciplina che si fonda sulla prestazione dell’individuo, per eccellenza; io, che dal 1975 in qua ho solo seguito solo sport di squadra. Sarebbe più esatto dire che ho accettato inizialmente di scrivere di Avis, vuoi perchè questa società rappresenta decorosamente, senza voler strafare, il podismo casalese nei suoi aspetti più semplici, pur tra mille difficoltà legate ai tempi, vuoi perchè ogni volta che scrivi quel nome (Avis, appunto) non citi tanto una squadra, uno sponsor, quanto un concetto profondo di donazione che va oltre quella goccia di sangue che passa da una vena all’altra. I numeri di quest’anno vanno bene per un’apertura ad effetto ma, sebbene da queste parti tali risultati facciano sempre piacere nell’ambito della piccola realtà, non regna euforia, bensì una serenità bella quanto surreale. Io stesso, da dietro l’obiettivo, ultimamente ho colto piccoli gesti, da parte di compagni di squadra ma pure di avversari per maglia, che mi han fatto intendere quanto possano incontarsi, in gara, pensieri e desideri concepiti nella più sana spontaneità tra un asfalto e uno sterrato. Piccole perle destinate a rimanere nella penna; è qui che il cronista può rovinare tutto, se tenta di narrare l’inenarrabile. L’ultimo traguardo è stato varcato, nella nebbia di Alluvio Cambiò, ed è quel “Cambiò” che ogni anno mi pare messo lì apposta a condizionare il futuro. Le ultime parole dell’anno giallorosso non mi spettano. Perciò, tecnico delle luci, per favore, sposta il faro su quei due... La parola a… Beppe D’Andrea – Una (prima parte della) vita dedicata al calcio. Personaggio molto conosciuto in quell’ambiente, è cresciuto nelle giovanili del Casale, quindi ha vestito i colori di Occimiano, Candia, Trino, Caresanese, Pro Palazzolo e Frassineto, giocando al centro delle rispettive difese, anche se il suo nome è legato soprattutto al San Carlo di Borgo San Martino, dove conta la più lunga militanza e pure due anni da dirigente a fine carriera. Dalla Terza fino all’Eccellenza ha piantato i tacchetti sui campi di tutte le categorie. Cosa rimane in Beppe D’Andrea di un periodo tanto lungo? “Tanti bei ricordi, ma su tutti i primi calci al pallone tirati nel ’74 con la maglia nerostellata e gli insegnamenti di Castelli, il primo allenatore”. Certamente il tuo non è un caso a parte, ma cosa spinge un atleta che ha appena chiuso una carriera nel calcio ad avvicinarsi al podismo? “E’ stato quasi un caso, dopo tre anni di inattività. E’ contato il fatto di frequentare alcuni amanti della discliplina, come Alessio Gaudioso e Floriano peruccio, per fare dei nomi. L’ho sentita subito mia, anche se avevo tutto da imparare, e la possibilità di poter avere un futuro competitivo, grazie alle categorie; lo considero un bel vantaggio rispetto ai altri sport. Poi, di lì a poco ho conosciuto Maurizio Di Pietro, il mio preparatore, e non è stato difficile optare per questa nuova scelta di vita” Tecnica di corsa calcistica e podistica, si sa, fanno un po’ a pugni. E’ stato un passaggio impegnativo? “Durissimo, che non ho ancora assimilato appieno. Si nota tanto che corro ancora da calciatore, in punta di piedi e a passettini. Per fortuna Maurizio mi tiene sotto pressione e mi pungola continuamente. Mira a farmi alzare di più i piedi. Le ripetute in salita, nonché sui mille e duemila metri, sono il pane quotidiano. Come tutti i casalesi, orfani della pista d’atletica, mi alleno alla ciclabile e sulle colline vicine, soprattutto alla panoramica del Ronzone, anche se spesso mi inoltro fino a Coniolo, Vialarda e Rolasco. I risultati a cui mi ha portato sono sotto gli occhi di tutti, ma soprattutto sotto i miei. Ho esordito con la maglia Avis al trofeo sociale del marzo 2012, quando vinse Pezzana. A quel tempo viaggiavo a 4’45” mentre in questa stagione sono sceso ai 4 minuti netti”. Se poi penso che a Mauri si affidano anche i vari Ravarino, Panucci, Astorino e Bergaglio, tra gli altri, so di essere in buona compagnia e che il non ricorrere al faidate come tanti è stata una scelta azzeccata”. Ognuno, correndo, ha le sue priorità. Ti ritrovi un titolo di campione provinciale al secondo anno. Non hai mai nascosto di volerci provare. Assegna una percentuale a volontà e tecnica per questo titolo. “Direi un 75 per cento alla volontà. La mia tecnica, unita all’età, senza una quota d’abbattimento che si è rivelata meno proibitiva del previsto e la non priorità al titolo che hanno dato atleti che mi precedono al traguardo, non sarebbe bastata. In verità, ero partito per vincere la categoria. Poi mi sono trovato lì e ci ho creduto. Ho saltato solo quelle poche gare che cadevano con gli impegni familiari vacanzieri. E’ arrivato anche il mio podio di gara, sul terzo gradino, a Pietra Marazzi. Sarà anche un titolo, il provinciale, che molti snobbano, ma al mio livello è una bella soddisfazione. Un regalo anche all’Avis, che fa il bis dopo Floriano. E quest’anno in coppia con Chicca” C’è una bella foto che ti ritrae più sorridente del solito e in buona compagnia alla premiazione di Frassineto Po (te la pubblico, promesso)… Avremo presto altri D’Andrea al traguardo? “Chissà. Ho voluto vicino a me le due figlie, Beatrice e Vittoria che, con la moglie Sabrina, sono le mie prime tifose; mi seguono ovunque. Al momento è la consorte la più propensa a provarci. Vittoria, la piccolina, pratica la ginnastica artistica. Beatrice, grande appassionata di lettura, sarà l’osso duro. Ma non si mai…” Parlare del futuro è tabù? Rovina la festa? “Intanto fino a stagione terminata sono un atleta Avis. Poi si vedrà. Come persone, mi sono trovato bene con tutti, a cominciare dal presidente Malavasi. Certo che, quando navigo sul web e vedo che tutte le altre società hanno un loro sito, rendono partecipi non solo i loro iscritti ma tutti gli appassionati con una mentalità proiettata nel futuro e sovente uno staff dirigenziale mediamente giovane e folto, sento che qualcosa, a Casale, mi manca. Su una cosa non dovranno mai esserci dubbi. Come nel calcio, anche nel podismo i miei ricordi più belli rimarranno comunque legati alla prima maglia indossata e al primo allenatore” La parola a… Maria Rita Torino – L’età di “Chicca” permette, al massimo, riferimenti ad un passato estremamente recente. E vai… A livello di resa personale (non di risultati) vuoi provare a raffrontare la stagione appena conclusa con il 2012 ? "Sicuramente è stata una stagione diversa, un po' più complicata e più difficile da affrontare. Quest'anno ho dovuto far fronte a impegni molto importanti come la maturità, la quale ha giocato molto sul tempo a disposizione, sulla fatica e sulle emozioni. Non è stato semplice far coincidere tutti gli impegni e cercare di portarli avanti bene. Ho sentito anche un certo… peso sulle spalle, poichè il riconoscimento che mi è stato assegnato dodici mesi or sono, graditissimo quanto inaspettato, mi ha dato una grande responsabilità che non potevo ignorare. Spero di aver comunque, in qualche modo, onorato quanto mi è stato offerto." Qui però ti sei portata a casa un titolo provinciale e hai bissato il successo nella stracittacittadina, sebbene ufficialmente non competitiva… "Porto a casa un titolo provinciale che penso possa premiare l'impegno, i sacrifici e la costanza nel lavoro. La fortuna, però, è stata dalla mia parte in diversi casi, perchè nel campionato conta non solo la posizione di arrivo, ma anche la quantità delle gare svolte. Se grandi atlete come Ilaria Bergaglio e Elisabet Garçia avessero partecipato più volte, forse non mi sarei ritrovata al primo posto. I complimenti vanno anche alla mia compagna di squadra, Simona Illengo, che ha dimostrato un netto miglioramento dall'anno scorso, meritandosi pienamente il titolo di categoria." E’ arrivato anche per te il momento del grande salto, e parliamo soprattutto di vita. Ti sei trasferita a Torino ed iniziato il cammino verso un futuro da logopedista, forse una scelta ponderata da tempo. Parlaci della “Chicca” di tutti i giorni, fuori dallo sport… "Nonostante sia lontano da casa e spesso provi nostalgia di Casale, degli amici e della famiglia, cerco comunque di mantenere lo stile di vita che mi ha sempre caratterizzata: avere tanti impegni. Tra lezioni, corsi, studio, teatro e oratorio provo, insieme ad amici, vecchi e nuovi, in parte a Casale e in parte a Torino, a vivere pienamente questi anni importanti per la mia formazione." Il passaggio universitario è sovente coinciso con il perdere per strada, o quasi, molti giovani talenti che a Casale erano sotto l’occhio vigile del prof. Deandrea. Lascio a te interpretare la possibile domanda… "Il prof. Deandrea lascia il segno nelle vite dei suoi allievi. Nel mio caso, mi impegnerò perchè non si verifichi un… perdermi per strada; infatti sarò presente agli allenamenti del professore ogni volta che mi sarà possibile. Naturalmente il cambiamento porta anche a nuove conoscenze ed esperienze che danno l'opportunità di arricchire la vita di una persona, compresa la vita sportiva; l'importante è, in ogni caso, non dimenticarsi delle cose passate, ma apprezzarle, coltivarle sempre per quanto possibile, e guardare avanti con occhi determinati." Carlo, Francesco, Maria Rita…, uniti da un talento naturale riconosciuto da tutti. Il cognome Torino, in questi ultimi anni, è stato protagonista nel podismo casalese e non solo, ma anche motivo di rammarico per “quel che avrebbe potuto essere” se i tre fratelli avessero posto, come prima scelta, un coltivare quanto il DNA (leggi: i genitori) ha loro dispensato generosamente. Premesso che non è un appunto, in quanto le scelte personali sono sempre sacre, e che i 30-40 anni, quelli della piena maturità per voi atleti, sono lontani a venire, ti riconosci in questa cosa che ti accomuna ai tuoi fratelli? "Credo che la nostra priorità sia sfruttare le cose che sappiamo fare con semplicità e grande forza di volontà. Non parlerei di grande talento, ma di impegno e spirito di sacrificio, in un'attività in cui non so se avremmo mai la possibilità di sfondare, ma che siamo orgogliosi di praticare con costanza, passione e qualche buon risultato." E per chiudere... Ad maiora (il copyright è di Fausto Biocorrendo – ma non so resistere a un biocongedo – Sorry...). PODISMO E CULTURA – (b.c.) - Riprendono le serate “Bibliocai” dedicate alla montagna e non solo, organizzate dal CAI di Casale. La rassegna 2013-2014 propone sei incontri mensili che si terranno il venerdì nel salone di via Battaglieri della chiesa dei Frati di Porta Milano con inizio alle ore 21,15. Inoltre, quest’anno per la prima volta, il CAI sarà “errante”. Oltre alle serate Bibliocai, infatti, il Club Alpino di Casale si recherà in alcuni Comuni della zona per far conoscere la sua attività attraverso proiezioni di fotografie scattate da alcuni soci. Sarà anche un’ottima occasione per condividere non solo le esperienze e la passione per la montagna ma anche per tutto ciò che è natura e ambiente. La prima serata “Bibliocai” è in programma venerdì 15 novembre e sarà dedicata alla “Via della Seta” a cura di Francesco Galanzino. “Checco” Galanzino - noto per le sue imprese di maratoneta “estremo” testimonial della campagna “Energia e Clima di Greenpeace” – presenta “La via della seta dalla Cina all’Iran” nei deserti più caldi del mondo. È la storia di un uomo che corre per un sogno, per un’idea, per convincere il resto del mondo a combattere il cambiamento climatico. Galanzino è maratoneta e per Greenpeace ha unito l’amore per lo sport agli ideali ambientalisti: in questa serata ci regalerà uno dei suoi sogni. Durante la serata saranno raccolte offerte il cui incasso sarà devoluto a GreenPeace. ACCADDE NEL WEEKEND – (by Owens) – 9/11 a Vaprio d’Agogna (cross km 6,6) 1 Salah Ouyat 2 Fabio De Angeli 3 Edmil Albertone. 10/11 a Bellinzago Novarese (km 11) 1 Salah Ouyat 2 Alberto Ronnie Fochi 3 El Mehdi Maamari 4 Silvio Gambetta 5 Livio Saltarelli + 1 Sara Filiberti 2 Irene Miglio 3 Loredana Ferrara. Alla StraRivoli (TO – km 10,6) Ivo Masserano termina 240mo. AICS ad Alluvioni Cambiò (vedi anche fotogallery) 1 Gianni Ravarino 2 Alex Zulian 3 Michele Monterisi 4 Giorgio Costa 5 Gianluca Catalano + 1 Elizabet Garçia 2 Ilaria Zavanone 3 Cristina Ferrero 4 Maria Rita Torino 5 Simona Illengo. A Castellengo Cossato (BI – cross km 30) l’avisino Carlo Arena è 195mo in 2:05’00”. All’HM di Busto Arsizio Fabrizio Colella 987mo in 1:40’04” e il sangermanese Massimo Morano 1643mo in 1:53’42. Infine il casalese Edoardo Sirchia 140mo al Courmayer Trailers in 2:02’12.

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