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Riconoscimento

Valenza: la "Learning City" è solo rimandata

La candidatura è da perfezionare

«Lo consideriamo un incoraggiamento a ripresentare la candidatura sulla base delle precise indicazioni che ci sono state fornite». 

Luca Rossi, vicesindaco di Valenza con la delega all’Unesco, spiega come la candidatura a "Learning City" «sia da perfezionare in vista del 2027. Quello che ci è pervenuto non è un diniego alla nostra richiesta quanto, piuttosto, un incoraggiamento a proseguire nel prossimo biennio».
 
Circa cinque anni fa l’allora giunta comunale guidata da Gianluca Barbero aveva avviato, con il voto unanime del Consiglio comunale, la presentazione della domanda per riconoscere Valenza come “Città Creativa Unesco”. L’iter era stato rilanciato durante l’amministrazione di Maurizio Oddone.
 
La successiva nomina di Como e Modena ha fatto propendere l’amministrazione a imboccare il percorso del riconoscimento di "Learning City", assegnato però quest'anno a Brescia e a Cividale del Friuli. Le altre sei candidature erano quelle di Torino, Fermo, Palermo, Lucca, Trieste e Reggio Calabria.
 
«Intanto siamo entrati nella prima macrorete di città presenti, a inizio 4 novembre a Torino, a un importante forum Unesco. Ad affiancare l’amministrazione c’è e ci sarà, come sempre, la Fondazione Mani Intelligenti che, nei prossimi mesi, organizzerà degli specifici seminari».

Valenza punta al riconoscimento grazie all’importante ruolo delle scuole orafe (dagli istituti scolastici all’Its Gem), del mondo della formazione che vede nel ForAl il perno fondamentale e di Mani Intelligenti, presieduta da Alessia Crivelli, che sta definendo strumenti e alleanze a livello nazionale per portare a Valenza nuovi talenti e consolidare il ‘saper fare’ della città dell’oro.


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