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  • 22 dicembre 2023
  • Casale Monferrato

Buon anno commerciale 2024

La lettera di Elio Carmi, presidente della Comunità Ebraica Casale

Buon anno commerciale! Lo dicevano tutti in ghetto a Casale. Natale era presente tutt’intorno. L’anno solare iniziava 8 giorni dopo, con la circoncisone di Gesù. I commercianti della comunità con le botteghe che spuntavano sotto i portici di via Roma erano felici delle vendite appena concluse dei tessuti, dei dolci e dei regali. 

Poi gradualmente le cose sono cambiate. Le persone sono andate a vivere in altri luoghi. Gli ebrei presenti si sono ridotti. Dal 1938 in avanti i problemi sono stati altri e tragici.

Tuttavia, nel dopo guerra, nonostante sempre meno persone abbiano contribuito alla continuità, alla conservazione e al culto, le cose sono andate avanti. C’è stato chi si è prodigato per i restauri, chi ha contribuito alla realizzazione del museo, chi ha lavorato per mantenere ciò che c’era e ove possibile migliorarlo.

Non è stata la quantità che ha aiutato, ma la qualità e la dedizione di poche persone che hanno dato molto di sé. E tutt’oggi c’è chi continua nel fare cose sostanziali, spesso invisibili, ma strutturali ed essenziali per poter mantenere la vitalità inusuale della nostra piccola comunità ebraica casalese.

Ciò che può sorprendere sono i due estremi che hanno segnato tutto il percorso: l’ostinazione e l’impertinenza. 

Siamo stati ostinati nel mantenere la presenza religiosa, il servizio, la connessione con il passato, confidando in un possibile e del tutto incerto futuro. Siamo stati meno che pochi, radicati qui, alle volte anche urlanti, con storie, cimiteri e torah da difendere. Siamo stati impertinenti nel proporre innovazione, cultura, confronto, aperture continue e dinamiche quasi insostenibili. 

L’abbiamo fatto grazie all’aiuto di moltissimi amici del mondo ebraico, spesso non ebrei; persone aperte al dialogo e al confronto. C’è stata una reciprocità totale di scambio costruttivo con il mondo civile e culturale esterno. È bene sottolineare che l’abbiamo fatto non per noi ma per chi c’è stato prima di noi e per chi ci sarà dopo di noi.

Quello che è poi arrivato nel 2023, a partire dal sette ottobre, è stato deflagrante. 

Ha sollecitato il buon senso di tutti, la dimensione razionale nel voler capire la storia e i dati, e quella emozionale che agisce su altre corde. 

Israele, la diaspora, l’appartenenza, l’antisemitismo di ritorno, la democrazia, il terrorismo, i morti, gli ostaggi, i missili, e si potrebbe elencare molto altro: ma non vi rubo questo dispiace, fatelo voi che avete visto e sentito di tutto con parole sprecate, dette in modo sbagliato, dando alle parole, che hanno un loro significato vero e originale, interpretazioni devianti. 

Due tra tutte sono shoah e genocidio, usate a sproposito in un contesto storico, culturale e dinamico totalmente diverso. Ma sono parole altisonanti che fanno buon gioco per spaventare e deviare dalla comprensione vera dei problemi.

In gioco non c’è solo la realtà israeliana, c’è l’occidente, c’è la libertà di opinione, c’è tutto ciò che si è tentato di costruire nei millenni passati, e non è cosa da poco. In gioco c’è lo scontro culturale, la libertà di genere, il futuro. In gioco ci sono troppi morti, troppa violenza, troppo uso della religione come strumento d’indottrinamento integralista. In gioco c’è l’economia della ricostruzione, c’è chi maneggia capitali per accrescere fortune per pochi e a danno di molti.

Ora so benissimo che le parole che vi invio sono retoriche, che non cambieranno nulla. Ma so anche che se un tempo eravamo in molti, qui a Casale, che mantenevano e costruivano, ora siamo in pochi, e cercheremo comunque di mantenere l’opera costruttiva che c’è stata (ebraicamente, “non sei chiamato a terminare l'opera ma non puoi esimerti dal parteciparvi”, da Pirkè Avot). 

Tutto ciò perché crediamo ancora che i valori fondamentali del monoteismo, dei 10 comandamenti, dello studio e della solidarietà vadano conservati, trasmessi e condivisi. Lo faremo come potremo, con chi vorrà aiutarci, nell’anno commerciale 2024. 

Ed è questo l’augurio che condivido con voi. Quello di un anno che porti un inizio di pace, un nuovo vero e onesto shalom, non solo nel mediterraneo, ma anche in Ucraina, Etiopia, Afghanistan, Yemen, Siria, Iran, Libia, Sud Sudan, Haiti, Pakistan, Congo, Myanmar e nelle purtroppo numerosissime altre guerre.

Dunque, a tutti voi buon anno commerciale 2024.


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Paolo Pensa

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