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Villla storica e "Locanda" dove l'arte e' il valore aggiunto

Risale al Quattrocento la costruzione, sul "sedime del Pozzetto", di una magnifica casa padronale con adiacenze rustiche estese su cinque staia di terreno comprensivi di corte, giardino e orto. Voluta da Giovanni Domenico Varese, il patrizio di Solonghello che ne fece la sua abituale dimora, in origine la villa non aveva le proporzioni attuali, ma era formata da tre stanze al piano terreno e sei stanze al piano superiore, oltre ad una vasta galleria coperta verso levante e alla cantina sottostante. Residenza ricca e doviziosa, fu degna cornice di importanti incontri, come la famosa convenzione stipulata nel 1452 tra gli abitanti del luogo e Francesco di Gabiano, conte di Solonghello. Facevano bella mostra di sé in parecchie camere numerosi armadi a muro e stipetti di noce intarsiati; grandi camini di marmo sormontati da arazzi e con placche di rame cesellato all'interno diffondevano il calore; una comoda scala di pietra dava accesso alle camere superiori arabescate da magnifici lavori in oro. Strenui difensori dei diritti popolari contro i soprusi dei castellani, di cui furono alfieri, i Varese persero progressivamente quasi tutti i beni di famiglia, permutati nel 1789 dal notaio Giacomo con quelli del suo vicino, il misuratore Francesco Manacorda, uomo spregiudicato e imbevuto di idee giacobine. Egli tenne la casa per oltre vent'anni, in costante lite con i fratelli Salvatore e Alessandro, suoi vicini, ed anche con un altro fratello, il sacerdote Giovanni di Dio, cui tolse la fascia di terreno che correva lungo la "strada del Torchio", dopo aver definito la proprietà del vicolo di accesso alla residenza e circondata la proprietà col muro ancora esistente. Nel 1810 l'intera proprietà veniva acquisita al prezzo di dieci mila lire dalla ricchissima Ottavia Gabriella Calcamuggi di Montalero per il marito, il generale Benedetto Avogadro della Motta, governatore militare napoleonico del cantone di Pontestura da cui dipendeva Solonghello. Dapprima nominato amministratore generale dei beni di famiglia, il cav. Risico (o Rissico) fu poi relegato, per oscuri motivi, a Solonghello dove tenne fissa dimora fino a tarda età. Si trattava di un nobile di Palazzolo, squattrinato e intelligente, ma ambizioso, liberale e brillante, che avrebbe messo a frutto le sue conoscenze di architettura con l'ampliamento della villa, forse coadiuvato dall'architetto Alessandro Antonelli di cui era intimo amico. Con la scomparsa della contessa, l'intera proprietà passò in eredità alla sorella Maria Conzani di Revignano, storica famiglia alessandrina (anche se il nome ricorda la signoria di Conzano), con l'usufrutto della villa al cav. Risico che nel 1854, dietro compenso, rinunciò. Divenne così la residenza abituale del conte Galeazzo Conzani che ampliò l'azienda agricola e da esperto agrario impiantò le meravigliose vigne sul monte Sansa, che porta ancora l'antica denominazione di "Bricco del Conte" o anche "Bric d'la Tota", un tempo ricco di ulivi. Da allora, tra difficoltà finanziarie, ipoteche per debiti di gioco e inutili tentativi di riscatto, si susseguirono altri trasferimenti fino all'acquisizione, nel dicembre 1904 per una somma di oltre ventotto mila lire, da parte della famiglia Goj che abitò la villa fino al passaggio di proprietà alla famiglia Sormani negli anni '80 del secolo scorso. Dionigi Roggero BRILLA L'ARTE - La «Locanda dell'Arte» di Solonghello è un esempio di quel «nuovo» turismo che fa ben sperare per il Monferrato, un turismo di scoperta, di chi vuol fuggire dalle grandi città e trovare a un'ora d'auto veramente il Paradiso. Ce ne aveva già parlato bene il presidente di Idea Val Cerrina Gianpaolo Bardazza e non ne siamo rimasti, così, molto sorpresi (della sua potenzialità turistica) in un blitz notturno per la presentazione di «Riso&Rose», verifica oggi di giorno per questo «Viaggio» accompagnati ancora da Bardazza. Ci riceve Maria Sormani che, sponsor, come dice, lei il marito Pietro (notaio in Milano, maxi-studio «Aiello-Sormani»), ha aperto in questa grande casa a corte (ex asilo Manacorda, pensa un po') quindici appartamenti e numerosi spazi comuni che rispondono alla diverse esigenze della clientela: sale luminose per colazioni e banchetti, ampi e comodi soggiorni. Vetrate e terrazze sono affacciate su un valore aggiunto: il castello di Solonghello, il paesaggio vitato della Valle Cerrina e delle colline. Poi, gli spazi dedicati al benessere, come la piscina, la sauna e il bagno turco. O gli ambienti più specificatamente destinati al lavoro, come la sala conferenze (o del camino). Al centro il prato, poi giardino. A dimora quattromila rose che stanno per fiorire. L'arte è un ulteriore valore aggiunto -la signora era titolare di galleria a Rho- così ti puoi trovare uno Chagall in bagno, una scultura di Perez nella stanza detta della musica (sul letto una veduta del teatro Bibbiena di Mantova), uscire dal bagno e ammirare le «Colombe» di Picasso, o prendere un caffè sotto due strepitose incisioni di Federica Galli. Il top è nella grande cantina con volte a botte mattoni a vista che precede la piscina destinata a mostre a rotazione all'inaugurazione (un anno fa) le 31 incisioni «Il Buffon» di Picasso oggi opere di Georges, Roualt, Gianfranco Ferroni, Chagal. Poi dal 9 all'11 maggio le riflessioni creative tra design e moda, del ciclo «Design Escapade 08» e, dal 17 maggio, le installazioni su Pinocchio di Mimmo Paladino, uno dei principali esponenti della Transavanguardia. Ci aprono anche l'adiacente villa Calcamuggi-Varese conosciuta in paese come «la casa dell'avv. Goi», oggi buon ritiro della famiglia Sormani, dalla storia che meriterebbe un libro (v. articolo del prof. Roggero): volte affrescate, piccole gallerie vetrate che ti rimandano alla limonaia, molto calore, da recitare Gozzano C'è ancora il tempo per una postilla: salire alla vicina parrocchiale di Fabiano, opera del Magnocavalli che sta tornando a nuova vita grazie al restauro (mattone per mattone) promosso da Idea Valcerrina: Suona il a festa concerto di campane di mezzogiorno quando ci complimentiamo, salutandolo, con Bardazza. Si, la Val Cerrina rinasce. Luigi Angelino Locanda dell'Arte Via Asilo Manacorda, 3 15020 Solonghello (AL) Tel. 0142/944470 - FAX 0142/944077 e-mail info@locandadellarte.it In caso di problemi contattare il n.333/7853342 oppure 335/7041296 - FOTO "La Locanda" da Villa Sormani, la grande cantina galleria d'arte (e a destar trovate la piscina---), una delle camere e Solonghello da uan finestra della "Locanda" (f. Angelino)

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Augusto Olearo

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