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Intervista
Il tributo ad Angelo Morbelli in attesa dell’intitolazione del Liceo Artistico al Leardi
Parla il pronipote Roberto: «Sarebbe bello creare un museo, come a Saint Moritz»

In attesa dell’intitolazione, del nuovo Liceo Artistico all’Istituto Superiore Leardi, al divisionista monferrino Angelo Morbelli, in programma il 24 ottobre, fervono gli ultimi preparativi per la giornata-convegno dal titolo “Memoria è Futuro” che vedrà, tra gli ospiti, la partecipazione della studiosa dell’arte italiana a cavallo fra Seicento e Novecento, Aurora Scotti, già docente di Storia dell’Architettura al Politecnico di Milano, lo storico Dionigi Roggero e il pronipote dell’artista, Roberto Morbelli. Siamo partiti da quest’ultimo, per conoscere il suo pensiero rispetto all’iniziativa e cosa significa, oggi, essere discendente del grande divisionista Morbelli.
Cosa rappresenta, per lei, questa intitolazione?
«L’intitolazione era una cosa doverosa ed io, non posso che esserne lieto. Lo dico come italiano, più che da pronipote. Lo stesso Vittorio Sgarbi aveva dedicato pagine intere definendo Morbelli, il più grande pittore italiano dell’Ottocento».
Qual è il suo pensiero sul riconoscimento dell’arte in Italia e a livello locale?
«L’arte italiana è una portaerei di cultura riconosciuta in tutto il mondo. Sono gli italiani, troppo spesso, a non saperla valorizzare e comunicare adeguatamente. Questo, non solamente ora. È conservata una lettera che il Morbelli scrisse a Pelizza da Volpedo, in cui esternava la sua amarezza per non essere stato ammesso ad un Concorso con un’opera che, oggi, vale 4 milioni e mezzo di euro».
Cosa ha significato essere discendente del Morbelli?
«Da bambino e ragazzo non me ne preoccupai mai. Conservo, tuttavia, un ricordo singolare che, in qualche modo, mi anticipava alla grandezza del bisnonno: il postino di Casorate Sempione, quando veniva a portare la posta, voleva sempre andare a vedere il quadro della “Stalla” e, ogni volta, diceva che gli trasmetteva l’odore dei buoi. Il bisnonno mi veniva raccontato come un uomo nevrastenico e buono allo stesso tempo; sempre alla ricerca del bello».
Quando ha iniziato a prendere coscienza e consapevolezza della grandezza artistica del bisnonno?
«Quando, all’età di 23 anni, arrivai per la prima volta alla Colma di Rosignano. Fu mio padre Rolando, (nipote del Rolando, uno dei figli di figlio di Angelo, allontanato per aver realizzato dipinti firmandosi con nome del bisnonno) a trasmettermi l’eredità spirituale. Dal 1995, 13 quadri del Morbelli, di mia proprietà, sono esposti al Museo di Casale e rappresentano un vero e proprio patrimonio, per conoscere la vita e la storia artistica del pittore. Altri due: un acquarello che realizzò all’età di 13 anni e un nudo con cui vinse a Brera, li conservo a casa. Altri grandi insegnanti furono per me Alberto Angelino (padre di Luigi, vice direttore de “Il Monferrato”), braccio destro ed esperto fotografo del Morbelli, e il prozio Rolando, per aver preso i cromosomi dal padre Angelo».
Cosa significa, oggi, essere discendente del Morbelli?
«Orgoglio e gratitudine».
Qual è il suo sogno?
«Creare un museo, come quello di Saint Moritz, interamente dedicato ad Angelo Morbelli. Magari alla Colma di Rosignano, oppure a Casale Monferrato, dove nacque, così come lo conferma un documento rilasciato dal Regio Esercito Piemontese, smentendo, quindi, le origini inizialmente attribuite ad Alessandria».
Cos’altro? «Vorrei venisse valorizzata la sua tomba. Il nuovo sindaco di Casale, Federico Riboldi, sta cercando di recuperare fondi per far realizzare un mezzo busto da installare sulle sue spoglie nel camposanto cittadino. Sarà mia premura aggiungere una targa indicando che Casale Monferrato fu la sua città natale».
Quale sarà il messaggio che offrirà agli studenti del nuovo Liceo Artistico ad indirizzo Audiovisivo e Multimediale, durante l’intitolazione del 24 ottobre prossimo?
«Siate abili nel disegnare. Non abbiate mai paura di chiedere e di informarvi. Dovrete conoscere e sapere, per diventare veri portatori di cultura».
Nella foto Roberto Morbelli (al centro), pronipote del celebre artista
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