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Venerdì a Fubine

È stata presentata la Strada Franca del Monferrato

Un sentiero escursionistico da Cassine ad Altavilla

La presentazione del percorso escursionistico in Monferrato

Anche l’Alessandrino coglie al balzo le opportunità date dalla felice stagione dei cammini a tappe. 55 km, 10 Comuni interessati (Cassine, Gamalero, Carentino, Bergamasco, Oviglio, Masio, Quattordio, Felizzano, Fubine e Altavilla), tre tappe di circa 20 km ciascuna, ventuno chiese, trentacinque monumenti, quattro castelli, due torri medievali, dieci palazzi d’epoca, oltre ad un “catalogo” di venti ristoranti, cinque alberghi, quindici trattorie e altrettanti bed & breakfast: è la carta di identità della Strada Franca del Monferrato, sentiero escursionistico, da Cassine ad Altavilla – con delle già “studiate” prospettive di prosecuzione verso il Po, presentato al pubblico degli stakeholder del territorio (come esercenti e titolari di attività ricettive, di pernottamento e di ristorazione) venerdì sera al Teatro Baucia. Al tavolo dei relatori, i Sindaci di Fubine e Altavilla, Lino Pettazzi e Massimo Arrobbio, l’Assessore alla Cultura di Felizzano Carlo Cotti, il Presidente della Provincia Luigi Benzi e il promotore-patron del progetto, Devis Zamburlin, guida ambientale, Capo Delegazione FAI di Alessandria e osteopata “pellegrino”.

Quello della Strada Franca del Monferrato è un itinerario che retrodata le sue radici storiche di oltre mezzo millennio, fino al 1454. La Pace di Lodi pose fine alla guerra che contrapponeva il Ducato di Milano al Marchesato del Monferrato assieme ai rispettivi “giochi” di alleanze (da un lato la Repubblica di Firenze, il Ducato di Mantova e la Repubblica di Genova, dall’altro il Regno di Napoli, la Repubblica di Venezia e il Ducato di Savoia) e, soprattutto, “sbloccò” i collegamenti commerciali che intrecciavano l’Alto e il Basso Monferrato. La “Franca” o “Strada Franca per Bergamasco” funse da importante arteria di traffici ed ebbe il suo centro nevralgico nel mercato di Felizzano.

Oggi, il cammino, “ricostruito” e restituito al pubblico dopo una fase operativa sul campo che ha aggirato le proprietà private, insiste sull’80% dell’antica tratta: un risultato ottenuto anche grazie alla sinergia delle Amministrazioni coinvolte fin dai preliminari del 2019 che hanno anche messo a disposizione i propri archivi storici. 

Suddivisa in tre tappe, la Strada Franca del Monferrato collega in primis Cassine, punto di partenza, a Bergamasco, per un totale di 18 km. Punta, quindi, al Tanaro, raggiungendolo all’altezza di Felizzano dopo aver completato il secondo tratto di 20 km, ed entra nel Monferrato, chiudendo in ulteriori 17 km la terza tappa ad Altavilla. Uno studio di fattibilità ne ipotizza una futura prosecuzione e suggerisce il coinvolgimento di Olivola, Frassinello, Moleto di Ottiglio, Sala, Treville, Pontestura, Camino, Grangia di Pobietto, Morano Po e Casale: quest’ultimi, pur non “storicamente” insistenti sul cammino, soddisfano le esigenze “infrastrutturali” del pellegrino che, nelle stazioni di pianura, può usufruire dei collegamenti ferroviari per il ritorno.

Se la mappatura della Strada Franca del Monferrato è già rintracciabile tramite GPS, risponde all’appello anche la segnaletica verticale lungo le tre tappe e gli adesivi di indicazione facilmente riconoscibili. L’organizzazione distribuirà, inoltre, le credenziali (il documento che “accredita” il camminatore-pellegrino e gli consente di accedere a scontistiche e accoglienza nei locali convenzionati), i gadget ufficiali (zaini e spille), la brochure e la guida generale.

Negli ultimi anni il “mercato” dei cammini in Italia (138, di cui 113 certificati) dà segni di accresciuta vitalità. Riferendosi solo al 2023, almeno 123mila persone hanno inforcato gli scarponi e generato un volume d’affari che si aggira sui 1.350.000 euro: il 31% di chi ne ha concluso uno asserisce di non “poterne fare più a meno”. Pur al suo esordio, la Strada Franca del Monferrato è già stata percorsa da 30 escursionisti: 4263 sono, invece, le preferenze per eleggerla “luogo del cuore” FAI.


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Rebecca Robione

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