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La consegna in Regione

L’importanza del mangiare bene: Casale vince il Premio Bezzo

Uno tra i primi Comuni sui quali si misura il benessere equo e sostenibile

Mercoledì 27 febbraio, nella Sala Giunta della Regione Piemonte, alla presenza dell’assessore regionale Monica Cerutti, è stato dato al Comune di Casale Monferrato il rapporto sul BES (Benessere Equo e Sostenibile) grazie al Premio Bezzo 2017 che il Comune ha vinto candidando il proprio capitolato di appalto della ristorazione collettiva.

«L’importanza del mangiare bene è un punto centrale; sono fiera che il primo Premio Bezzo sia stato vinto dal Comune di Casale Monferrato e abbia permesso proprio ad un Comune piemontese di essere tra i primi sui quali si misura il benessere equo e sostenibile che ne consegue» ha commentato l’assessora Cerutti che tra le varie deleghe ha quella della tutela dei consumatori.

Unico nel suo genere, il premio usa il sistema di valutazione partecipato, sviluppato dall’associazione Aregai, per coinvolgere le diverse parti interessate al ciclo vita di un pasto nel valorizzare le scelte e le azioni fatte secondo cinque criteri di sostenibilità del Modello LICET® (Legame con il territorio; Innovazione; Competitività; Eco-sostenibilità e Tutela delle persone).

La correlazione di questi criteri con l’indice di benessere equo e sostenibile BES, permette a tutti di essere più consapevoli del valore generato, partecipare nell’alimentare la cultura del benessere sul territorio, valorizzare l’identità della cultura locale, favorire la collaborazione tra gli attori della filiera, focalizzare l’attenzione sugli acquisti che creano valore.

In cosa consiste esattamente il rapporto sul BES consegnato al Comune di Casale? Dopo un’introduzione di Giorgio Borgiattino (presidente Aregai) ed Emanuele Plata (presidente Plef), lo spiega Demetrio Bova che coordinato da Aiquav (associazione per la qualità della vita) ha svolto la ricerca, grazie al contributo di Crai e Crai Codè Ovest. Il rapporto BES, per la prima volta applicato a livello comunale, è strutturato in 81 indicatori e mappa lo stato del territorio e della sua comunità in ottica di benessere equo e sostenibile. L’indicatore BES di Casale Monferrato ha messo in evidenza “luci ed ombre” sulla percezione di benessere sostenibile: «Sarà il nostro punto di partenza per il nostro lavoro nei prossimi anni» ha poi dichiarato la sindaca di Casale Monferrato, Titti Palazzetti, presente al ritiro del premio.

La seconda parte dell’incontro ha visto come protagonista l’edizione 2018 del premio, moderata da Enza Laretto dell’ente di certificazione Rina (coordinatrice della giuria), con l’intervento di Alessandro Marcuzzi che ha raccontato l’esperienza della ricerca dei ristoratori finalisti di Capitale Italiana Cultura 2020, come suggerito dal Comune di Casale; le difficoltà nell’avere adesioni (forse per la paura di essere valutati); l’emozione nell’ottenere i risultati che racconterà nella sua tesi di prossima discussione con Sergio Scamuzzi dell’Università di Torino.

Delle dieci città finaliste, solo quattro hanno partecipato e su 100 ristoratori coinvolti solo nove hanno superato la preselezione sulla base della proattività della città e l’abilità di presentare il proprio menu autunnale. Numeri esigui (forse per la reticenza alla valutazione), ma ben rappresentativi di tutta la nostra penisola italiana: Ristorante Terracotta, Agrigento; Ginger People & Food, Agrigento; Osteria Amarotto, Casale Monferrato; Osteria dei Fiori, Macerata; Ristorante La Volpe e l’Uva, Macerata; Ristorante 12 Monaci, Parma; Trattoria del Cacciatore, Parma; Ristorante La Porta a Viarolo, Parma; Ristorante Al Vedèl, Parma.

Laretto ha spiegato come procedendo attraverso le tre fasi di valutazione (costruiti incrociando il metodo LICET® e gli indicatori del Bes) è stato possibile usare gli stessi criteri di sostenibilità per valutare la coerenza tra il valore narrato (auto-valutazione), percepito (feedback dei consumatori) e valutato tecnicamente (giuria tecnica) e stilare la classifica finale.

Una volta terminata la rassegna dell’edizione 2018 è stato il tempo delle premiazioni svolte con il coinvolgimento dei membri della giuria presenti (Giovanna Ceccherini e Barbara Giordano) ed i partner tecnici (Aifos, Stillab, Rina) che usando il linguaggio comune di LICET hanno raccontato il valore dei vincitori “Alfieri del territorio”.

Salgono sul podio: 12 Monaci da Parma, Terracotta e Ginger People&Food (quest’ultimo primo classificato) da Agrigento. Proprio la città di Agrigento, caratterizzata da una forte proattività nei mesi del concorso, ha vinto a sua volta quanto messo in palio per il territorio. Gli interventi dei premiati, uniti alla partecipazione di figure istituzionali del Monferrato e della Regione, hanno messo in luce «un approccio condiviso sui temi della ristorazione commerciale e sostenibile e ha permesso di evidenziare quanto sia importante la collaborazione tra i vari stakeholders al fine di pervenire, attraverso l’adozione di un linguaggio comune e condiviso, al potenziamento dell’economia locale».   

Risultato in linea con l’obiettivo del premio, nato in memoria di Giuseppe Bezzo, presidente di Codé Crai Ovest e consigliere del direttivo di Crai nazionale «che seppe riconoscere il valore della collaborazione tra i diversi attori locali per sviluppare l’economia e il benessere del territorio».


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Marco Imarisio

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