Articolo »

Caso Luigi Scalambro: mistero sulla scomparsa a distanza di sei anni

In Val Cerrina e dintorni, le persone scomparse e lungamente cercate, vive o defunte sono state molto poche. Anni addietro, aveva provocato vasta eco il tragico caso di Marinella, una graziosa dodicenne di Murisengo, che un limpido pomeriggio d’estate uscì dalla sua casa in campagna dove viveva con i genitori, per una consueta passeggiata in bicicletta, e non fece ritorno. Per cercarla si mobilitò l’intero paese e dopo due giorni il suo corpo ormai senza vita venne trovato nelle fredde acque di un laghetto nel fondo di una cava abbandonata presso cui si era recata per vedere i pesci, scivolando lungo la ripida sponda senza più riuscire a risalire. Andò meglio ad un anziano agricoltore di Cerrina che viveva da solo nella sua cascina. I vicini, non vedendolo da qualche giorno diedero l’allarme, si organizzò un’attenta ricerca nelle sue terre: venne trovato ancora vivo in fondo ad una cisterna parzialmente allagata dove era cauto, nei pressi della sua vigna. Si riprese rapidamente riprendendo a trascorrere la notte nella sua piccola stalla con gli animali domestici, dormendo su un pagliericcio sistemato in una bigoncia. A distanza di sei anni rimane invece insoluta e avvolta nel mistero la scomparsa dell’ing. Luigi Scalambro. A differenza dei casi precedenti, l’ottantaduenne professionista di Cunico, è sparito nella via principale del paese, mentre in un tranquillo pomeriggio d’estate percorreva a piedi il breve tratto di strada a quell’ora deserta fra la sua casa e il pensionato per anziani di cui era stato lungamente presidente. «Era uscito in ciabattine come gli altri giorni verso le 15 e da quel momento non l’ho mai più visto» spiega la moglie Adriana. Le ricerche iniziarono la sera stessa e proseguirono molti giorni con larga partecipazione della gente a cui si unirono carabinieri, protezione civile con i cani, un elicottero. Inizialmente si pensò ad uno smarrimento della memoria e vennero perlustrate inutilmente strade, sentieri, e la campagna circostante. I cani non trovarono tracce per cui la tesi prevalente fu quella del rapimento con un’auto a scopo di rapina (in paese si sapeva che portava sempre con sè una discreta somma di denaro). «Ormai non ho più speranze di un suo ritorno, mentre questi anni di inutile attesa sono stati davvero dolorosi» spiega con rassegnazione.

Profili monferrini

Questa settimana su "Il Monferrato"

Veronica Spinoglio

Veronica Spinoglio
Cerca nell’archivio dei profili dal 1871!