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Timori sul nucleare. Il Deposito Nazionale sarà Saluggia-Trino vicino alle falde dell’Acquedotto Monferrato?

Sono lontani i tempi nei quali verrà individuato e costruito il Deposito Nazionale nel quale convogliare i materiali radioattivi frutto dell’esperienza nucleare italiana. Prima del deposito (previsto nel 2024), occorrerà il varo, dal Governo, del Programma Nazionale nel quale si deciderà, tra le altre cose, dove andranno i rifiuti cosiddetti ad alta e bassa radioattività. Ad oggi però il deposito nazionale “de facto”, lo abbiamo in casa, il 96% del materiale radioattivo italiano è suddiviso tra Trino e, soprattutto, Saluggia, alle porte del nostro territorio e alle falde dell’Acquedotto del Monferrato. In particolare questi ultimi depositi sarebbero prossimi all’ampliamento. Ma siamo sicuri che poi gli inquinanti non rimangano proprio dove oggi si sta permettendo di costruire? «Ci sono tutti i sintomi per dire che andrà a finire così, sono scettico sul fatto che si trovi rapidamente una soluzione alle tematiche del Deposito Nazionale», commenta preoccupato Gian Piero Godio di Legambiente e Pro Natura Vercellese. E dire che Saluggia, con Trino, rappresenta, a detta degli ambientalisti, una delle collocazioni meno idonee ad un deposito pur al netto della considerazione che un “rischio 0” non si possa trovare in alcuna altra località. Il servizio su Il Monferrato di venerdì 12 febbraio 2016

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Maura Foltran

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