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  • 16 settembre 2013
  • Alessandria

Edilizia, settore in forte calo

Lo stato di salute del comparto edilizio provinciale e regionale è a dir poco cagionevole. I dati presentati dall’Ance (l’Associazione Nazionale Costruttori Edili) di Alessandria è tutt’altro che rassicurante. Dopo la crescita esponenziale fatta registrare dal comparto tra il 2002 e il 2007, il settore è in costante declino dal 2008. I fallimenti sono passati dal 18% del 2011 al 32% del 2012, l’anagrafica a fine 2012 contava 7.129 imprese a fronte di 470 nuove iscrizioni e 600 cessazioni con un saldo negativo di 130 e un tasso di crescita del -1,80%. Una crisi imputabile ovviamente al difficile momento congiunturale, ma resa ancor più ostica dal difficile rapporto che il settore dice di avere con il sistema bancario reo di aver chiuso i rubinetti. Il 53% delle imprese intervistate ha rilevato un inasprimento delle condizioni contrattuali dei finanziamenti in essere; il 76% ha manifestato la crescente necessità di credito mentre il 57% ha rilevato un aumento delle difficoltà per l’accesso al credito. E il dato che forse preoccupa più di tutti è quello legato alle stazioni appaltanti pubbliche. La quasi totalità delle imprese intervistate, infatti, ha denunciato una continua difficoltà nelle operazioni di smobilizzo dei crediti vantati nei confronti delle pubbliche amministrazioni dovuta alla mancata accettazione dei certificati di pagamento; all’eccessivo costo dell’anticipazione; all’insufficienza del rating dell’impresa e alla situazione economica della stazione appaltante stessa. Dei 715 milioni di euro di lavori aggiudicati nel 2012 in Piemonte, circa 62 sono “rimasti” in provincia di Alessandria: rispetto all’anno precedente, il 2011, si è registrato un dimezzamento (-43%) e una notevole contrazione (-21%) a livello provinciale. L’effetto di questi fattori e della crisi più in generale ha portato ad un’importante riduzione della forza lavoro e del numero delle imprese operanti in provincia. Dal 2008 a oggi le maestranze attive in cassa edile sono scese da 6.189 a 3.553, il 42,59% in meno e le imprese attive in cassa edile da 1385 a 972 con un calo del 40,87%. Nei primi sei mesi del 2013 è stata evidenziata, rispetto al 2011, una riduzione del 33% del numero totale di permessi di costruzione rilasciati dai sette Comuni campione, tra cui Casale. La Capitale del Monferrato, in quest’ambito, ha sempre mantenuto la seconda posizione in provincia dopo Alessandria fino allo scorso anno, davanti a Tortona, Acqui, Novi, Valenza e Ovada. Per il 2013, secondo una proiezione basata sul trend dei primi sei mesi, tutti e sette i Comuni subiranno un calo superiore al 50% e Casale dovrebbe scivolare al terzo posto dopo Alessandria e Acqui. Tre i punti salienti su cui si è soffermato il presidente dell’Ance provinciale Roberto Mutti: il credito, i pagamenti dalle pubbliche amministrazioni e la ripresa degli investimenti. «È estremamente necessario - ha spiegato Mutti - riavviare una situazione di accesso al credito su base territoriale in favore delle Piccole imprese. L’iniziativa richiede la dotazione di un fondo provinciale di garanzia che consenta un accesso rapido e garantito per le PMI provinciali. Deve proseguire con celerità il sistema di pagamento dei lavori pubblici da parte degli Enti locali, definito dal decreto del Consiglio dei Ministri». E sempre da parte degli Enti Mutti si aspetta «investimenti minimi per le manutenzioni e gli adeguamenti infrastrutturali. Su questo tema - ha concluso - occorre intervenire per un allentamento del patto di stabilità selettivo».

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Emanuela Pastorelli

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