In dieci anni ecco com'è cambiato il sistema agricoltura
Il sesto Censimento generale dell’agricoltura è frutto del lavoro coordinato di diverse istituzioni a più livelli: Regione, Provincia e Comuni, Comunità montane e collinari. L’attività censuaria ha coinvolto, sul nostro territorio, più di 220 persone suddivise in una rete di rilevamento, costituita, oltre che dall’Ufficio provinciale, anche da 52 uffici comunali e intercomunali.
I lavori di preparazione del Censimento sono iniziati nella primavera del 2010.
La Provincia di Alessandria ha promosso e coordinato la composizione degli uffici comunali ed intercomunali e la formazione degli operatori coinvolti e coordinato le operazioni vere e proprie di rilevazione dei dati, iniziate il 24 ottobre e conclusesi il 28 febbraio 2011.
A fine luglio, ISTAT ha reso noti i primi dati nella sala del Consiglio provinciale di Palazzo Ghilini, ad Alessandria.
Da una prima analisi traspare che, durante i dieci anni trascorsi dal censimento del 2000, l’agricoltura ha retto, non senza profondi cambiamenti, all’urto esercitato sul “sistema agricolo” dal disaccoppiamento dei premi PAC (Politica Agricola Comunitaria), dalla globalizzazione dei mercati e dalla volatilità dei prezzi delle commodity alimentari.
Se da un lato molte aziende sono state costrette a chiudere e sono stati persi terreni, dall’altro, si è potuto registrare un importante rafforzamento delle aziende agricole “sopravvissute”, che, sul territorio alessandrino, hanno quasi raddoppiato la loro SAU (Superficie Agricola Utilizzata) media, passando dai soli 8,33 ettari del 2000 agli attuali 15,16. A fronte della riduzione del numero di aziende, pari al 48,5%, fa, infatti, da contraltare un calo della SAU totale, decisamente inferiore, pari al 5,69%.
La nuova realtà aziendale è dovuta alla necessità di rafforzarsi, per competere su un mercato sempre più agguerrito. Il processo di concentrazione ha riguardato anche il settore zootecnico: meno stalle ma allevamenti con un numero più consistente di capi.
Il censimento arriva alla vigilia dell’apertura del negoziato per la riforma della nuova PAC, che segnerà il futuro del settore per i prossimi anni e costituirà uno strumento importante per valutare gli opportuni correttivi da adottare alle scelte politiche europee, che, ad oggi, prevedono minori stanziamenti con diverse modalità di erogazione e distribuzione sul territorio.
La ricaduta rischia di essere sentita, soprattutto, da alcune produzioni, per le quali gli aiuti costituiscono un’elevata percentuale del reddito, come per i seminativi e la zootecnia.
Per queste aziende dovranno, infatti, essere individuate a livello territoriale e adottate le opportune soluzioni atte a mitigare le situazioni di criticità che la futura riforma potrà innescare.
In questo senso, i dati del sesto censimento costituiranno una base conoscitiva imprescindibile per la formulazione di proposte e soluzioni.