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  • 12 novembre 2007
  • Casale Monferrato

«Basta, questo non è calcio!»

«Anche oggi colpa degli ultras?» In una giornata che con il calcio ha avuto poco a che fare, i Boys del Casale hanno deciso di esporre uno striscione con queste parole durante la vittoriosa partita (1-0) giocata contro la Sanremese domenica scorsa. I tifosi casalesi sono rimasti in silenzio, subito si pensava a una protesta nei confronti dei fatti di Arezzo e Bergamo, ma non è così: «Non abbiamo cantato è vero -ha detto Massimo Barbieri referente dei Boys Casale- ma non per ciò che è accaduto in serie A, ma per una forma di contestazione nei confronti della società e degli assetti societari». Ma ciò che è accaduto domenica ha scosso in maniera concreta l'opinione pubblica della sponda sportiva casalese. Tutti i presidenti dei Club di tifo organizzato della città hanno espresso il loro malumore nei confronti di ciò che è accaduto ad Arezzo. C'è chi, come Massimiliano Ferrigno presidente del Roma Club, ha indicato la politicizzazione delle tifoserie come principale fonte di guai e chi come i presidenti del tifo organizzato di Torino e Juve, Giovanni Rosso e Gianpaolo Raverta, hanno puntato il dito contro i pochi controlli da parte delle forze dell'ordine. Rosso addirittura pensa di chiudere il club da lui presieduto da 31 anni. Il massimo esponente del Milan Club Giuseppe Magnani ha anche lui manifestato il suo dissenso e ha aggiunto: «Il mio Club ha inviato un telegramma di condoglianze alla famiglia di Gabriele Sandri». La parte interista di Casale, rappresentata dal d.s. del Casale Calcio Paolo Crevola, ha sottolineato quanto questi avvenimenti non abbiamo nulla a che fare con il calcio. In sostanza tutti vogliono una svolta, dalla serie A alla terza Categoria. (Foto: sullo sfondo si intravede lo striscione dei Boys)

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