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Il colonnello Ernesto Umberto Testa Fochi

Sabato 20 ottobre, alle ore 17, presso il salone degustazioni della Cooperativa Sette Colli di Moncalvo viene presentato dal Generale degli Alpini Giovanni Papini il libro “Alpini nella leggenda. Il Colonnello Ernesto Umberto Testa Fochi e il Battaglione Aosta”, scritto da Alessandro Allemano per iniziativa di Lorenzo Durante. Non nobile nel senso proprio del termine, l’antica famiglia Testa Fochi assume il doppio cognome dal matrimonio dell’ultima discendente della stirpe dei Fochi con un Testa. L’unione dei due illustri casati prelude alla fusione dei patrimoni, entrambi già molto ingenti, come ricorda Alessandro Allemano nel libro intitolato “Alpini nella leggenda. Il colonnello Ernesto Umberto Testa Fochi e il Battaglione Aosta” (Tipolitografia Nuova Jolly Graf , Asti 2012). «Verso la fine del XVIII secolo i Testa Fochi comperarono dal Magnocavallo l’imponente palazzo, già della famiglia Berruti, posto proprio a fianco della chiesa della Madonna delle Grazie, circa a metà della ripidissima contrada della Madonna, tra la piazza del mercato e la regione denominata “il Rocco”. Verosimilmente l’acquisto fu compiuto dall’avvocato Giovanni Battista, personaggio di spicco nella vita moncalvese tra Sette e Ottocento. Costui nell’estate 1797 durante cinque frenetici giorni di rivolta libertaria tenne, con altri cinque avvocati di Moncalvo, le fila dell’insurrezione, senza però mai esporsi in prima persona, tant’è vero che, represso il tentativo rivoluzionario, Giovanni Battista Testa Fochi con altri notabili suoi concittadini fu pronto a invocare la regia protezione sulla cittadina, salvo poi inneggiare, solo un anno dopo, alla “vera democrazia” importata dalla Francia rivoluzionaria». Il figlio di Giovanni Battista, Francesco, e il nipote Ernesto (che ha legato il suo nome all’abbattimento di parte dell’antico castello per ampliare la piazza del mercato), entrambi laureati in Legge come era tradizione di famiglia, occuparono la carica di sindaco della cittadina aleramica. Imparentata con i Dal Pozzo, di cui divenne erede, la linea dinastica si interrompe con la damigella Ida (in gioventù apprezzata pianista e cantante) che nel 1946, pochi anni prima della morte, dona la nobile residenza al Comune di Moncalvo, che vi insedia prima la Scuola media parificata e nel 1962 la Media unica riformata. In questo palazzo il 26 ottobre 1873 veniva alla luce Ernesto, figlio di Edoardo e di “Mina” Hennequin, che seguendo le orme del padre, generale dei Bersaglieri, dello zio e dei due fratelli maggiori sceglie il mestiere delle armi. Dopo i primi studi a Moncalvo entra alla Scuola Militare di Modena dove ottine la nomina a sottotenente. Intraprende la carriera militare come ufficiale degli Alpini, svolge un lungo periodo di servizio in terra di colonia a Benàdir (futura Somalia italiana) e poi partecipa alla guerra di Libia. Allo scoppio della prima guerra mondiale passa al Battaglione Aosta del 4° Alpini, resta gravemente ferito a Malga Zugna (premiato con medaglia di bronzo al valore militare) e sul Pasubio, dove ottiene la promozione per meriti di guerra e una medaglia d’argento al valore. Nella primavera del 1917 combatte sul fronte dell’Isonzo ed è nuovamente ferito. Tornato sul Pasubio, la sera del 5 settembre 1917 è travolto da una frana caduta dalla montagna indebolita dalle mine degli eserciti contrapposti. Provvisoriamente sepolta a Valle dei Signori, la salma dell’ufficiale è traslata nel settembre 1923 nella tomba gentilizia di famiglia del cimitero di Moncalvo. Nel 1935 il 4° Alpini dedica alla memoria del col. Ernesto Testa Fochi, tuttora considerato il “padre spirituale” del Btg. Aosta, la grande (e per me familiare) caserma di Aosta. Tomba che parla un palazzo del Magnocavalli Appuntamento al cimitero di Moncalvo alla tomba Testa Fochi. Ci attendono Alessandro Allemano e Lorenzo Durante con un libro sul col. Ernesto Umberto Testa Fochi che verrà presentato sabato 20 ottobre. Durante, ci racconta, ha fatto il militare ad Aosta alla caserma Cesare Battisti. In una visita all’amico Remo Gobetto presidente dell’Associazione nazionale alpini (Ana) di Aosta passa davanti a una caserma che ha la grossa intitolazione a Testa Fochi e lo collega con Moncalvo. Inizia così a raccogliere materiale che gira ad Alessandro Allemano, noto ricercatore, direttore del Museo Badoglio a Grazzano, il quale in un anno di lavoro ha scritto il libro inquadrandolo anche nella storia degli Alpini molto legata al Monferrato. La tomba, cui rendiamo omaggio in un venerdì piovoso è di proprietà del comune di Moncalvo; è molto interessante per ricostruire la genealogia della famiglia che inizia con l’avv. Francesco nato nel 1794 e ha partecipato alla rivolta giacobina, poi Edoardo, padre di Ernesto “capitano a 23 anni nei Cavalleggeri del Monferrato”, morto (25 aprile 1862) in seguito alle ferite riportate in uno scontro della lotta anti-brigantaggio. L’ultima erede Ida ha donato il palazzo di famiglia, eretto dal Magnocavalli al centro di Moncalvo, al Comune che ne ha fatto un tempo sede delle scuole medie e oggi è occupato da diverse associazioni, tra cui l’associazione alpini. Lo raggiungiamo. In facciata una lapide ricorda la donazione al Comune. Entriamo. Il palazzo presenta gli stessi caratteri della vicina chiesa della Madonna, alla quale è unito da una galleria. Al piano terreno sulla destra una sala con volte a vela, la sala ricevimento parenti ricorda Dionigi Roggero che qui ha fatto le medie da convittore. E’ chiusa la porta di quella che un tempo era la capppella che Allemano ricorda già dismessa negli anni in cui funzionava la media unica. Saliamo al primo piano, un loggiato settecentesco permette un grandioso panorama verso villa Foa (“Sopra c’era il dormitorio, sotto cucina, refettorio e studio”, ricorda Roggero). Nel cortile le colonne rinascimentali inglobate nella muratura evidenziano una passata grandezza. Tutto è da restaurare. VIDEO ALLEGATO

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