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  • 29 giugno 2020
  • Casale Monferrato

Ospedale

Santo Spirito: la Medicina che verrà dopo il Covid-19

Il responsabile del reparto Mario Dealessi fa il punto sul futuro della struttura

Sono stati tre mesi veramente difficili ed impegnativi per la Sanità italiana e per le comunità coinvolte in questa complessa lotta contro il coronavirus. Anche Casale Monferrato non è stata risparmiata dall’epidemia ed ha vissuto sulla propria pelle uno dei periodi più difficili della sua recente storia. Ormai è storia nota a tutti e l’Ospedale della nostra città è stato coinvolto in modo diretto in questa battaglia dando dimostrazione da parte del personale medico, infermieristico, tecnico, amministrativo di una forza di reazione e di organizzazione veramente encomiabile. Mario Dealessi, responsabile della Medicina del Santo Spirito, ricostruisce così il tremendo periodo dell’emergenza. «Ormai la fase dell’emergenza è superata e l’obiettivo primario è quello di ripristinare i vari servizi per una utenza sempre più attenta ed esigente ma anche di non abbassare la guardia per evitare il rischio di un pericoloso dietro-front la cui idea spaventa tutti quanti. E da questo periodo appena trascorso nasce spontanea la volontà di rimettersi in moto più convinti che mai di fare tesoro degli errori, delle acquisizioni tecniche e dell’esperienza maturata sul campo per creare i presupposti per una medicina migliore e più attenta alla prevenzione ed ai bisogni delle persone». Spenti i riflettori sulla pandemia (ma non bisogna abbassare la guardia), è giunto il momento di ripensare, riorganizzare, condividere soluzioni, portare avanti percorsi efficienti sperando di non doversi ancora imbattere sui tagli.

Dealessi spiega che in questo ambito la Divisione di Medicina Interna ha voluto fare una rilettura dell’impegno profuso: sotto la guida pragmatica del Direttore Sanitario dott. F. Nardi – attualmente diventato Direttore Sanitario dell’ Azienda proprio per i meriti acquisiti nel periodo covid-19 – sono stati dedicati vari Reparti all’assistenza dei malati giunti a ricovero ciascuno guidato e coordinato da un medico della Medicina Interna: la dott.ssa A. Graziano in Traumatologia, la dott.ssa B. Bernardi nel Reparto di Medicina Interna totalmente convertito in degenza covid, il dott. A. Gerardi a coordinare la Neurologia sede anche di pazienti in attesa dell’esito dei famigerati tamponi, lo stesso dott. M. Dealessi nella ripristinata Malattie Infettive. Quel che restava dell’equipe, il dott. P. Aceto e la dott.ssa F. Massaro si sono dedicati alla gestione dei restanti pazienti non dichiaratamente affetti da questa malattia. Tutta l’organizzazione è stata anche coordinata dalla dott.ssa M. Girino, già Direttore della Divisione che, pur in pensione dal 1° maggio, ha dato un aiuto all’organizzazione permettendo di non disperdere le energie in tanti rivoli di personale sparso per tutto l’Ospedale. Accanto alle figure professionali della Medicina Interna hanno giostrato praticamente tutti i medici del nosocomio per garantire guardie attive 24 ore su 24 7 giorni su 7: ginecologi, oculisti, chirurghi, oncologi, fisiatri, endocrinologi, diabetologi, ORL, neurologi, urologi, gastroenterologi, dietologi. Ciascuno ha dato un contributo concreto permettendo di affrontare le emergenze dell’epidemia con una volontà ed uno spirito di solidarietà raramente riscontrate all’interno della classe medica.

All’organizzazione dei Reparti hanno collaborato anche i consulenti specialisti preziosissimi nella gestione di questa malattia: i pneumologi, gli infettivologi, i radiologi, i laboratoristi: tutti a fare fronte all’emergenza con la propria professionalità. Ed anche il personale infermieristico si è sobbarcato turni massacranti aggravati dal carico psicologico delle prime settimane nel vedere molti pazienti in gravi difficoltà. Ed accanto a loro un ulteriore sforzo è stato gestito dal personale che si è dedicato a compiti meno diretti ma altrettanto importanti: gli addetti alle pulizie ed allo smaltimento di tonnellate di rifiuti organici. Dice Dealessi: «Questa organizzazione ha permesso, dopo l’iniziale sconcerto, di fare fronte comune nel reggere l’impatto di questa malattia e di riuscire a curare e sovente guarire molte persone giunte in gravi condizioni. Attualmente non sono più arrivati malati gravi e la degenza è dedicata esclusivamente a 4 malati cronici in attesa di una riabilitazione». Dopo tale periodo è naturale pensare a come riorganizzare al meglio le varie strutture: le Divisioni di Traumatologia, Neurologia, ORL, Fisiatria, Medicina Interna ( quest’ultima mercoledì 24 giugno ) sono state riabilitate alle funzioni precedenti. Conclude Dealessi: «In questa fase è pertanto giustificato un cauto ottimismo per la ripresa della piena attività e per progettare una Medicina Interna in grado di fare fronte alle esigenze della popolazione forti dell’esperienza pregressa».


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