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Indagine conoscitiva

Tutela dei minori: modello piemontese (da potenziare)

Incontro in streaming promosso dai gruppi consigliari di minoranza in Regione

Indagine conoscitiva sulla tutela dei minori in Piemonte: il Piemonte, un modello di tutela dei minori da riconoscere e potenziare. Se n’è parlato venerdì scorso, in occasione dell’incontro streaming promosso dai gruppi consigliari di minoranza a livello regionale. 

A relazionare sono stati i consiglieri regionali Monica Canalis (vicesegretario Pd Piemonte) e Francesca Frediani (Movimento 5 stelle).

«Il sistema piemontese è sano, ricco di professionalità di prim’ordine, fondato su una tradizione normativa, procedurale, operativa e di Terzo Settore che, per molti aspetti, ne han fatto un apripista e un modello per il resto d’Italia. Tuttavia, è altresì un sistema affaticato e indebolito dalla carenza di personale e di risorse, oltre che dalla scarsa omogeneità territoriale e integrazione tra comparto sociale, educativo e sanitario, che rischiano di rendere gli allontanamenti tardivi». Questa, la summa emersa dall’indagine illustrata in occasione dell’incontro.

Entrando nel dettaglio, la Canalis ha relazionato con numeri alla mano: «Per il Piemonte è sbagliato parlare di allontanamenti facili, numericamente eccessivi o motivati dalla povertà economica. Il 96,44% dei 60.068 minori, presi in carico dai servizi sociali al 31 dicembre del 2018, era seguito in famiglia; il 58,17% dei 2.597 minori fuori famiglia era invece riconducibile a diverse tipologie. Più precisamente, a minori stranieri non accompagnati (17,67%), ad affidamenti intra familiari (24,68%) e ad affidamenti consensuali (15,82%). Solo il restante 41,83% era rappresentato da allontanamenti giudiziali extra familiari. Si conferma, pertanto, che nella maggior parte dei casi l’allontanamento è l’extrema ratio ed è consensuale, intrafamiliare o riguarda i minori soli, provenienti da altri Paesi. Le cause più frequenti di allontanamento sono legate a carenze educative, a problemi psichiatrici o a dipendenze dei genitori; non alla povertà materiale. Il problema dell’eccesso di allontanamenti in Piemonte, o dell’allontanamento fatto esclusivamente per carenza di reddito, è dunque un problema che non esiste ed è stato circondato da una propaganda, politica e mediatica, che nuoce gravemente a tutto il sistema dei servizi e della rete di volontariato e, dimenticando i dati di un contesto socialmente sempre più disgregato, tradisce un forte pregiudizio verso gli operatori, verso il lavoro fatto in passato anche dalle giunte di centro destra, verso i poveri, verso le famiglie affidatarie, verso la gravità dei maltrattamenti di natura psicologica accanto a quelli di natura fisica. Occorre un dialogo sereno e aperto con tutti gli attori coinvolti e una concreta dotazione di risorse finanziarie per rafforzare le professionalità e le progettualità in campo. Ci vogliono più servizi al servizio delle famiglie e bisogna ripensare in modo organico i diversi interventi, prevedendo una maggiore collaborazione tra il settore educativo, sanitario e sociale, oltre che ad una maggior omogeneità territoriale».


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