Presentando le cifre della vendemmia 2007 del Piemonte, l'assessore regionale all'Agricoltura Mino Taricco ha fornito il quadro statistico-economico della vitivinicoltura piemontese, che si compendia nelle seguenti cifre, in termini statistici ed economici:
• 53.075 ettari di superficie totale vigneti (circa il 6,5 % del vigneto Italia)
• una produzione media annua di 3 milioni di ettolitri di vini su una media di 50 milioni nazionali (nel 2007 la produzione è comunque di 2.723.946 ettolitri)
• 28.000 aziende vitivinicole, di cui circa 18.000 quelle operative
• 54 cantine sociali con circa 14.000 soci
• 280 imprese industriali produttrici di vino e distillati con circa 3300 addetti
• 335 milioni di euro il valore della produzione vino, riferito ai prezzi di base (ex PLU), che rappresenta circa il 12% del valore della produzione agricola regionale e circa il 18% del valore vitivinicolo nazionale
• il vino piemontese vanta attualmente 11 DOCG (su 35 DOCG nazionali) e 45 DOC (su 315 DOC nazionali), che coprono circa l'80% dell'intera produzione regionale, in gran parte derivanti da una ventina di vitigni autoctoni.
E questi sono i dati relativi alla produzione complessiva dettagliata di vino del Piemonte nel 2007: 2.723.946 ettolitri (- 15,6 per cento sulla produzione 2006).
• Di tale produzione 726.018 ettolitri sono appannaggio della provincia di Alessandria (-19,6 per cento), mentre le altre province hanno i seguenti dati:
• Asti 1.006.320 ettolitri (-10,4 per cento),
• Cuneo 832.700 ettolitri (-17,6 per cento),
• Torino 102.760 ettolitri (-25,3 per cento),
• Novara 28.018 ( - 6,9 per cento),
• Biella 17.613 ettolitri ( + 11,1 per cento),
• Vercelli 9.282 ettolitri ( + 4.2 per cento),
• VCO 1.235 ettolitri ( - 11,7 per cento).
Sulla base dei dati della produzione degli anni precedenti, abbiamo provveduto ad elaborare (su dati Istat prima e Regione Piemonte poi) un prospetto con l'andamento della produzione di vino in provincia di Alessandria dal 1960 al 2007. Il crollo, in 47 anni, è impressionante.
Siamo a meno di un terzo della produzione del 1960, quando la nostra produzione provinciale era superiore alla produzione totale di oggi del Piemonte.
Tuttavia la riduzione in quantità è stata notevolmente compensata dalla innegabile "crescita" in qualità, in maniera anche alquanto diffusa sul territorio e in modo pure strettamente legata ai territori, anzi con un forte concorso alla loro valorizzazione.