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Consiglio dei Ministri impugna la Legge regionale piemontese sulla caccia

L'8 agosto il Consiglio dei Ministri ha impugnato davanti alla Corte costituzionale la Legge regionale piemontese recentemente approvata. Per il consigliere Vignale: «Quella piemontese è una norma chiaramente “No caccia”»

Il dibattito legato alla caccia, molto seguito nelle campagne del Monferrato, approda a Roma. Nella seduta dell’8 agosto scorso, infatti, il Consiglio dei Ministri presieduto dal premier Giuseppe Conte ha impugnato davanti alla Corte costituzionale la Legge regionale piemontese recentemente approvata dalla Giunta di centrosinistra per incostituzionalità di alcune sue parti.

«Come avevo avuto modo di dire in decine di occasioni - dichiara Gian Luca Vignale, consigliere del Movimento Nazionale per la Sovranità - la legge oltre che essere stata costruita con un evidente pregiudizio anticaccia, aveva alcuni aspetti evidentemente anticostituzionali.

Non era necessario essere giuristi per comprendere che chiudere la domenica, trasformare 15 specie cacciabili in non cacciabili e molto altro faceva della Legge piemontese una norma chiaramente “No caccia”». La richiesta di Vignale è che «il Consiglio regionale, alla riapertura di settembre, modifichi immediatamente la Legge per consentire che in Piemonte la prossima stagione venatoria sia come quella delle altre regioni italiane».


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