Slitta la dichiarazione Imu: dal 30 novembre scadenza prorogata di tre mesi
La normativa sull’Imu prescrive che i contribuenti tenuti al versamento dell’imposta (che, come noto colpisce gli immobili, siano essi residenziali, commerciali, industriali o i terreni, siano fabbricabili o agricoli) debbano presentare una dichiarazione contenente sia i dati personali del contribuente (proprietario, usufruttuario, ecc.) sia i dati dell’immobile (ubicazione, elementi catastali, rendite, ecc.).
Il termine previsto era il 30 novembre; la novità è che in sede di discussione in Commissione Bilancio, venerdì scorso, è stato presentato e approvato un emendamento presentato dall’on. Giuseppe Marinello: secondo la formulazione dell’emendamento stesso il termine è spostato di tre mesi; esso comincia a decorrere dal giorno di pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale del Decreto d’approvazione del modello su cui va redatta la dichiarazione; il Decreto avrà in allegato le istruzioni per la compilazione del modello stesso. A tutt’oggi tale Decreto non è ancora stato pubblicato.
Gran parte dei contribuenti, precisamente i titolari di abitazione principale, non dovrà presentare la dichiarazione; la dichiarazione andrà invece presentata «nei casi in cui sono intervenute variazioni rispetto a quanto risulta dalla dichiarazione a suo tempo presentata in regime di Ici (Imposta comunale sugli immobili); nonché nei casi in cui si sono verificate variazioni che non sono conoscibili dal comune in cui è sito l’immobile».
Soprattutto è importante sapere che la dichiarazione va presentata nel caso in cui agli immobili venga applicata una riduzione d’imposta, come nel caso di fabbricati che con apposito decreto sono stati dichiarati inabitabili o inagibili e concretamente non vengono utilizzati – in questo caso ad es. l’imposta è ridotta alla metà -, così come nel caso in cui il comune stesso abbia deliberato una riduzione o un aggravio di aliquota, nel caso di fabbricati che l’impresa costruttrice ha destinato alla vendita, di fabbricati di interesse storico, i terreni agricoli, ecc.
Qualcuno sostiene che è poi obbligatorio in genere presentare la dichiarazione in tutti quei casi in cui il Comune non è in possesso degli elementi utili alla verifica dell’assolvimento del tributo: noi obbiettiamo che il Comune (direttamente o con la possibilità di scambio d’informazioni tra amministrazioni pubbliche) è in grado di accertare tali elementi senza obbligare il contribuente a dichiararli; e soprattutto come fa il contribuente a sapere se il Comune è in possesso o no di tali elementi?
A tutt’oggi la situazione non è ancora definita con precisione: entro pochi giorni si saprà se l’emendamento sarà confermato dalla Legge di conversione. La voce corrente è che esso diventerà Legge e quindi sarà approvata la proroga dei termini. La proroga stessa infatti non incide sugli aspetti finanziari della contabilità pubblica (né quella comunale ,né quella statale); il fatto che la dichiarazione abbia un po’ di respiro non esenta il versamento del 17 dicembre, né quello precedente per quei contribuenti di abitazione principale che avevano scelto il versamento in tre rate anziché in due. E infatti il governo non si è opposto a tale emendamento.