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  • 06 novembre 2022
  • Casale Monferrato

L'intervista all'attore

Rosario Lisma (e Valentina Picello) al Municipale con "Edificio 3"

Per "Si apre il sipario"

Rosario Lisma visto da Max Ramezzana

Ritorno al Municipale dopo solo un anno per l’attrice casalese Valentina Picello, questa volta in compagnia di Rosario Lisma (presente in tante serie tv, tra queste “Il Commissario Montalbano”, “1994” e recentemente in sala con “La stranezza”, insieme a Toni Servillo, che interpreta Pirandello, e Ficarra con Picone), Stella Piccioni, Giorgia Senesi, Emanuele Turetta, con una produzione Piccolo Teatro di Milano, Teatro d’Europa Carnezzeria, Timbre 4 e sarà “Edificio 3” scritto e diretto dall’argentino Claudio Tolcachir ad aprire il sipario del Teatro Municipale domenica 6 e lunedì 7 novembre alle ore 21. 

Tutto sembra abbandonato: l’ascensore è rotto, la macchinetta del caffè anche, il lavoro langue, l’ufficio del personale è stato trasferito altrove e non registra le presenze degli impiegati. Tra i personaggi c’è Ettore, all’anagrafe Rosario Lisma. Attore, autore e regista nato a Mazara del Vallo nel 1975 e laureato in Legge solo per far contenti i genitori; vive a Milano. Debutta come attore vincendo il Premio Hystrio alla Vocazione nel 1999.

Ed è proprio lui il protagonista della prima puntata della nostra rubrica “Si apre il sipario”.

Come nasce la sua passione per il palcoscenico?
Si è manifestata presto, da piccolino. Ero un bambino timido e solitario, probabilmente dovevo compensare il mio “problema” con la fantasia e i film comici di Totò e Charlie Chaplin. È stata subito una passione smodata, un amore a prima vista. Crescendo ho cercato ad accostarmi sempre di più a questo mondo. In fretta, mi sono laureato in giurisprudenza per poi diventare attore.

“Edificio 3” come si inquadra nel contesto teatrale?
La pièce si inquadra come corpo “anomalo” proveniente dal teatro indipendente argentino. Negli ultimi venti anni le compagnie si sono organizzate con i “teatristas”, figure polivalenti che vanno dall’attore all’autore. Tra questi c’è Claudio Tolcachir scrittore di testi che coniugano registri comici e quelli drammatici, qualcosa che in Italia troviamo da Pirandello in avanti, che poi è stata un po’ abbandonata nella nostra tradizione. In Tolcachir ho trovato subito familiarità e corrispondenza con le mie idee.

Chi è Ettore?
Un impiegato di 51 anni, in un ufficio pubblico dimenticato. È una persona goffa, gentile, insomma un uomo di mezza età che scopre dopo la morte della madre la sua reale personalità, affacciandosi finalmente al mondo affettivo. Un 50enne nel corpo di un adolescente, con fame d’amore.

In un ufficio abbandonato, come spiegate la socialità?
Attraverso la condivisione dello spazio e il convivere dei personaggi, che si scoprono però molto soli. Cercano di svelarsi senza vergogna e confidandosi a vicenda si manifesta un senso di calore. Condividono sì lo spazio, ma per una grande sensibilità temono di svelare la loro solitudine. Ognuno pensa che ciascuno di noi ha una vita realizzata, ma in realtà prevale l’infelicità. 

Il rapporto con la “padrona di casa” Valentina Picello.
Un ottimo legame con Valentina. Ci siamo conosciuti a Trani nel 2004 con uno spettacolo del Teatro della Tosse. Poi lavorammo qualche anno dopo a Milano con un’opera di Koltès, dove riuscivamo a essere complici in scena e con una prontezza molto forte. Siamo entrambi amanti della commedia e amanti dei temi leggeri, divertendoci a improvvisare tanto sul palco. Come ci ha insegnato Tolcachir, gioco e spontaneità sono fondamentali. 

In questi giorni è nelle sale con “La stranezza”, film di Roberto Andò sulla vita di Pirandello, con Toni Servillo, Ficarra & Picone. Quanto è importante tornare a vedere i cinema con il pubblico?
Intanto sono felice che questo film sia campione al botteghino  e spero che finalmente si tornino a riempire le sale cinematografiche, anche se dopo la pandemia le produzioni hanno investito in maniera differente, puntando sulle piattaforme. Spero, inoltre, che sussista una maggiore sensibilità nelle istituzioni nei confronti delle sale cinematografiche, incentivando gli ingressi. 

Prossimi impegni?
Sarò in giro per l’Italia con il monologo “Giusto”, con un personaggio molto simile a Ettore. È l’anno dell’impiegato gentile. Poi da febbraio un nuovo progetto “Il giardino dei ciliegi” di Cechov dove sarò regista e protagonista. 


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