Processo a quattro "vampiri" del gasolio: accuse di furto e ricettazione
Uno degli imputati - Gheorghe Juhos, rumeno di 28 anni, residente a Milano, attualmente detenuto in carcere - all’udienza di ieri, lunedì, in Tribunale, ha manifestato l’intenzione di patteggiare e così il processo è stato aggiornato al 16 dicembre prossimo. Di fatto Juhos era l’unico presente in aula al cospetto del giudice Balestriero e del p.m. onorario Arnalda Zanini.
Dei suoi tre complici, tutti rumeni, uno - Florin Vasiloiu, 24 anni, anagraficamente residente a Milano - risulta irreperibile, gli altri due - Ionut Cosmin Calitoiu, 27 anni, residente a Milano e Aurelian Vasilichia, 38 anni, abitante a Somaglia, in provincia di Lodi - contumaci. Calitoiu, Juhos e Vasiloiu sono accusati di concorso in tentato furto aggravato, Vasilichia di ricettazione.
I fatti in questione risalgono alla sera dell’11 novembre 2011, quando venne sventato un furto grazie alla telefonata di un cittadino e tre dei quattro indagati vennero identificati e denunciati al termine di un lungo inseguimento.
Verso le 23 alla centrale di Polizia era arrivata una telefonata di un residente di strada vecchia Pozzo Sant’Evasio il quale segnalava movimenti sospetti all’interno del cantiere della “Edilcase” dei fratelli Marullo, dal quale, una ventina di giorni prima, erano stati trafugati un caterpillar e un autocarro - sul quale, probabilmente, era stata caricata la macchina operatrice - per un valore complessivo di oltre 50mila euro. Una volante del Commissariato si recava immediatamente sul posto e gli agenti accertavano che la recinzione era integra ma notavano che l’auto ferma a bordo strada sul lato opposto, si metteva improvvisamente in moto e partiva a tutta velocità.
I poliziotti si mettevano all’inseguimento della vettura - una Lancia Lybra di colore verde scuro - che dopo aver percorso a tutta birra un tratto di corso Valentino, imboccava la provinciale per Alessandria, svoltando poco dopo in una stradina sterrata laterale a fondo chiuso. Il conducente fuggiva a piedi attraverso i campi - i complici avevano già fatto la stessa cosa nei pressi del cantiere - abbandonando l’auto sulla quale erano giunti in città dal Milanese, e si dileguava in un bosco.
A dare manforte ai poliziotti erano arrivati anche i Carabinieri: la zona veniva perlustrata ma senza esito. Sulla Lancia Lybra erano stati recuperati attrezzi da scasso, una tanica di plastica, un piccolo compressore funzionante a corrente 12 volts, utilizzato, con altra attrezzatura, per “succhiare” benzina o gasolio dai serbatoi degli automezzi, un cellulare acceso. Tuttavia gli agenti del Commissariato, verso mezzanotte, rintracciavano due giovani che cercavano di prendere un treno alla stazione: erano sporchi di fango e stavano consultando gli orari dei treni, senza sapere che dopo le 22 la stazione di Casale è chiusa. Accompagnati in Commissariato, venivano identificati - così come il loro complice fuggito con l’auto - fotosegnalati e denunciati alla Procura della Repubblica.
In un secondo tempo veniva denunciato anche Aurelian Vasilichia accusato di aver ricettato il certificato di assicurazione con il relativo contrassegno in bianco provento di furto che poi veniva apposto sulla Lancia Lybra utilizzata per commettere il furto.