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Processo
La difesa chiede l'assoluzione piena per Schmidheiny
Le arringhe nel filone di Napoli dell'Eternit-bis

Assoluzione con la formula più ampia. Secondo i difensori di Stephan Schmidheiny - gli avvocati prof. Astolfo Di Amato e Guido Carlo Alleva - l’ipotesi di omicidio volontario con dolo eventuale non regge. Lo hanno ribadito, mercoledì, nel corso del processo Eternit-bis di Napoli, dove l’imprenditore è accusato della morte di otto persone, nel corso delle loro arringhe.
I due legali hanno voluto smontare le accuse della Procura che aveva chiesto una condanna a 23 anni e 11 mesi di reclusione. Tanti gli aspetti toccati dai due difensori - dal ruolo di Schmidheiny alle questioni di igiene industriale, dalle conoscenze sull’amianto negli anni ’70 alla certezza di diagnosi e nesso causale - che hanno concluso come sia impossibile giungere a un pronunciamento di condanna in quanto le prove portate dall’accusa non superano la barriera della certezza della responsabilità al di là di ogni ragionevole dubbio.
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