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Giovedì 24 ottobre

“Luce, colore e fotografia”: Morbelli e il Monferrato

All’Istituto Leardi Verso il convegno sull’artista

“Luce, colore e fotografia. Cenni sul ruolo del Morbelli nella cultura monferrina, con riferimenti a quella internazionale” è il tema che tratterà Ilenio Celoria, prof dei Laboratori Tecnici e Artistici presso l’Istituto Superiore Leardi, giovedì 24 ottobre, in occasione dell’inaugurazione dell’intitolazione del Liceo Artistico Multimediale al divisionista Angelo Morbelli.

Nel suo viaggio di ricerca, Celoria parte dal XVII secolo, richiamando l’Experimentum Crucis di Newton, nel quale veniva proiettato un fascio luminoso di sei metri, fuoriuscente da un prisma, per separare la luce bianca nei suoi elementi costitutivi: «Da lì, ebbe inizio un articolato percorso di ricerca che condusse gli artisti alla definizione di un sistema tripartito all’interno del colore, derivante dalla loro esperienza pratica» spiega Celoria.

Durante il XIX secolo, artisti come Turner e Seurat, tentarono poi di collegare la teoria newtoniana dei prismi a quella dell’arte, formulando una teoria del colore per la pittura, basata su concetti scientifici. Nella fotografia, Wunsh e Young furono i primi a distinguere i colori primari della luce colorata rispetto a quella dei pigmenti, la cui distinzione tra i due gruppi, venne poi definitivamente spiegata da Helmholz in termini di mescolanze additive e sottrattive.

«In questo fermento di idee e di teorie - prosegue Celoria, - Morbelli approfondì quegli aspetti tecnico-espressivi che lo portarono alla realizzazione di opere fondamentali per il divisionismo, anche servendosi dell’immagine fotografica».

Dopo l’invenzione della fotografia, presentata per la prima volta a Parigi nel 1839, il mondo dell’arte iniziò a riflettere sul rapporto tra rappresentazione fotografica e pittura. «L’evoluzione delle tecnica fotografica, a partire dagli anni ’70 dell’Ottocento con la progressiva diffusione delle lastre a secco, iniziò il suo percorso verso la riproduzione del colore. Morbelli - ricorda il prof - nella luce del Monferrato sperimentò e approfondì le ricerche legate al colore e alla possibilità di adottare tecniche nuove per ottenere effetti di luce più convincenti».

E mentre, tra gli anni ’80 e ’90 Morbelli si dedica allo studio delle teoria del colore, a Casale Monferrato, Francesco Negri effettua le prime prove di fotografia a colori, utilizzando la tricromia.

«Si può, quindi, ipotizzare la condivisione di informazioni, tesi e pubblicazioni tra Morbelli e Negri ma, soprattutto, la passione per la tecnica che, nel suo valore più alto, si intreccia con l’arte».

Colore e composizione accomunano dunque le opere di Morbelli e le fotografie del Negri: nell’archivio fotografico custodito all’interno della Biblioteca Civica di Casale Monferrato, si ritrovano inquadrature che evocano, sia nelle pose sia dal punto di vista compositivo, alcune opere del pittore della Colma.

«Il rapporto tra Morbelli e la fotografia è stato più volte indagato: ricordiamo, ad esempio, il contributo di Marisa Vescovo nella mostra del 1982. Va ricordato inoltre che il figlio di Morbelli, Alfredo, esercitò la professione di fotografo a Varese tra il 1920 e il 1940 senza affrontare però i temi di matrice verista affrontati dal padre» conclude Celoria.

La conferenza, alla quale prenderà parte anche la studiosa dell’arte italiana tra Seicento e Novecento, Aurora Scotti, si terrà nella mattinata di giovedì 24 ottobre presso l’aula magna del Leardi.


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