Flebile spiraglio per la RDB e per lo stabilimento dei Occimiano?
È la lettura che dà il sindacalista Francesco Biasi (CISL) dopo l’incontro avvenuto ieri a Roma al quale - evidenzia - ha preso parte anche il sottosegretario Saglia: «Un buon segno che dimostra l’attenzione del Governo su questa vicenda».
All’incontro - dice Biasi - «era presente solo la RDB ed è emerso che l’80% delle banche creditrici ha dato l’ok al piano di salvataggio e il 20% - due istituti a quanto pare - avrebbero invece detto di no. Il problema è che basta una sola banca per bloccare tutto...».
Ragione per cui il ministero ha preso una settimana di tempo
per incontrare i due istituti di credito e approfondire le ragioni che hanno portato a esprimersi in senso negativo.
Ma il piano di salvataggio qual è? In cosa consiste?
«L’azienda ci ha sempre detto che è consultabile sul sito dell’azienda ma il ministero», dice Biasi, avrebbe deciso di fare anche su questi aspetti un approfondimento e di programmare pertanto un incontro anche con la vera proprietà - la RDB Immobiliare - con l’obiettivo di chiedere un atto di responsabilità e di calmierare i prezzi degli affitti che, per tutti gli stabilimenti del gruppo, ammontando a circa sei milioni di euro l’anno - dice Biasi - e a 15mila euro al mese solamente per la struttura di Occimiano. «Visto il momento di crisi il fatto di contenere questi costi - sottolinea Biasi - potrebbe agevolare concretamente il rilancio puntando al vero obiettivo, che è quello di salvare tutti gli stabilimenti».
Rammarico espresso da Biasi per l’assenza della Regione Piemonte che pure la scorsa settimana aveva assicurato di voler seguire la vicenda con attenzione.
La cautela del sindaco Berra
Più cauto il sindaco di Occimiano Ernesto Berra che ha seguito passo passo la vicenda Rdb.
Ieri a Roma in rappresentanza del Comune c’era il consigliere comunale Mauro Aceto.
«Già in occasione del Consiglio comunale aperto lo scorso 12 settembre - dice Berra - il presidente di RDB Immobiliare aveva garantito la disponibilità di concedere le strutture in affitto a “costo sociale”, in sostanza a un prezzo tale da garantire la manutenzione e la conservazione del bene.
«L’incontro di oggi ci fa intendere che alcune banche sono estremamente perplesse sul piano finanziario e che prima di asseverare un piano che non ha caratteristiche di onorabilità sia meglio portare tutti i libri in tribunale mettendo la vicenda nelle mani di un commissario cosicché emergano tutti gli aspetti, positivi e negativi.
Oltre tutto se la partita passasse fra le mani di un garante terzo la Regione avrebbe garantito di attivarsi per rivalorizzare gli insediamenti».
La speranza è che una nuova società possa gestire la crisi con un vero rilancio che non comporti, come quello attuale, la chiusura a Occimiano.