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Un valzer allegro e una mazurka per l’ultimo saluto a ‘Carletu’

A nulla sono valsi gli interventi di Vigili del Fuoco e dell’Elisoccorso: è morto annegato nella vasca di raccolta dell’acqua piovana, venerdì scorso, l’88enne Natale Sanlorenzo di Perosio, da tutti conosciuto come il “Carletu”. Erano le prime ore del mattino quando la moglie Antonietta ed il figlio Alessandro (Alex per gli amici), non lo hanno più visto girare per la cascina e si sono preoccupati. Dopo una breve ricerca, aperta la porta che porta in cantina, situata adiacente alla cucina, hanno notato le sue pantofole accanto all’imboccatura di una vasca interrata utilizzata per la raccolta delle acque reflue; una cisterna che presenta una profondità di circa cinque metri, con l’imboccatura che fuoriesce di circa un metro dal livello del pavimento. Secondo i primi accertamenti, l’anziano pensionato si sarebbe lasciato cadere nella botola visto che, date le dimensioni del passaggio, non avrebbe potuto cadere dentro accidentalmente. Dopo essersi seduto sul bordo dell’imboccatura, Sanlorenzo si sarebbe fatto scivolare nella vasca ricolma di gelida acqua piovana. Al momento del ritrovamento, il corpo galleggiava a filo acqua. Pronto l’intervento dei Carabinieri di Cerrina e dei pompieri che con l’utilizzo di funi si sono introdotti nella stretta mezzaluna di apertura calandosi poi nella cisterna, dove hanno imbragato il cadavere per riportarlo in superficie. Il medico legale ha fatto risalire il decesso ad alcune ore prima del ritrovamento. Il “Carletu” era un agricoltore che ha speso la sua intera vita a lavorare nei campi e a gestire il bestiame; spesso lo si notava seduto su una seggiola accanto al suo cane, a sorvegliare i capi bovini al pascolo, nei prati del fondo valle e della collina. Nelle attività era coadiuvato dal figlio adottivo Alex Bianco, anche lui grande lavoratore attaccato alla vita di campagna. Negli ultimi tempi, considerata anche l’età, aveva dovuto suo malgrado ridurre il ritmo lavorativo e considerare l’ipotesi di non guidare più l’auto, visto che non gli era più stata rinnovata la patente: fattori che lo avevano reso insofferente fino a portarlo, probabilmente, ad un malessere tale che lo ha indotto a togliersi la vita. Carletu era appassionato di caccia ed esperto trifolau; i suoi cani - che addestrava personalmente - erano irrinunciabili compagni di vita. Pare che qualche tempo fa gli avessero rubato un cane specializzato nella caccia alla lepre e che da quel giorno non riusciva più a darsi pace, al punto che aveva appeso in giro diversi avvisi in cui offriva una mancia principesca e chi avesse ritrovato e restituito il cane. Tifoso e grande appassionato di tamburello, negli anni ‘60 era stato giocatore nella formazione del Cerrina Valle. Lo scorso anno aveva seguito tutte le partite casalinghe del Gabiano - che disputa i campionati regionali di serie C e D di tamburello open - a bordo campo, seduto sulla sua Panda rossa o sorreggendosi sulle stampelle alle quali era ormai costretto ad affidarsi per gli spostamenti. I funerali si sono svolti ieri, lunedì, nella chiesa di Rosingo e la salma è stata tumulata nel vicino cimitero, osservando le disposizioni che Sanlorenzo aveva lasciato già nel 2006: venire sepolto sotto terra mentre la banda suona un allegro valzer e poi una mazurka.

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Roberto De Alessi

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