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  • 18 maggio 2022
  • Casale Monferrato

Agricoltura

Il nuovo Protocollo per la coltivazione del riso in Piemonte e Lombardia

Anche per il reciproco scambio di informazioni tra territori

«Migliorare i sistemi di gestione e di distribuzione delle risorse idriche, adeguare le strategie di adattamento ai cambiamenti climatici, diminuire gli inquinanti nelle acque e ridurre le emissioni in atmosfera».

Sono questi i principi cardine sui quali si basa il “Protocollo d’intesa per la coltivazione del riso” che impegna enti pubblici e privati delle aree a vocazione risicola di Piemonte – territori delle province di Alessandria, Biella, Novara e Vercelli - e Lombardia, con le province di Milano e Pavia, al reciproco scambio di informazioni utili al raggiungimento delle finalità prefissate.

Fanno sapere dalla Regione Piemonte: «La coltivazione del riso in queste aree ha determinato le condizioni per lo sviluppo di una estesa rete di infrastrutture per il trasporto e la distribuzione delle acque ed ha creato un ambiente omogeneo, peculiare della pianura padana nordoccidentale, costituendo un “unicum” dal punto di vista ambientale, paesaggistico, idrogeologico, economico, storico - culturale e identitario».

Un protocollo «che va nella direzione della tutela dei territori a vocazione risicola e quindi a sostenere un comparto primario dell’agricoltura piemontese, che si caratterizza per la qualità del prodotto riso made in Italy, e che va ad aggiungersi allo stanziamento finanziario della Regione Piemonte di 2 milioni e 450 mila euro a sostegno dei consorzi ed enti di bonifica ed irrigui per la progettazione di infrastrutture dedicate all’approvvigionamento e alla gestione sostenibile delle risorse idriche in Piemonte».

L’importanza della ricerca «per far fronte ai cambiamenti climatici e la necessità di politiche integrate e sovraregionali sono stati i temi trattati dall’assessore all’Agricoltura, Alimentazione e Sistemi verdi della Regione Lombardia, il quale ha ribadito anche l’urgenza di tutelare e promuovere la risicoltura della pianura padana sia in chiave economica che ambientale. Per l’assessore lombardo il documento sottoscritto a Novara rappresenta un punto di svolta perché rende ufficiale e istituzionale il lavoro tra le più importanti regioni risicole d’Europa, i consorzi di bonifica, l’autorità di bacino e l’Ente risi. Un doppio binario tecnico e politico per definire obiettivi e percorsi per raggiungerli».

Il protocollo è stato sottoscritto da Regione Piemonte, Regione Lombardia, Autorità di Distretto del Bacino del Fiume Po, Ente nazionale Risi, Consorzio d’Irrigazione Ovest Sesia, Consorzio di Bonifica della Baraggia biellese e vercellese, Associazione d’Irrigazione Est Sesia, Consorzio di Bonifica Est Ticino Villoresi.


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Veronica Spinoglio

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