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Giornata della Memoria

Moncalvo ha ricordato le vittime della Shoah

La cerimonia con la Comunità Ebraica di Casale

La cerimonia a Moncalvo per la Giornata della Memoria

“Il mio invito oggi è quello di non essere indifferenti, di non girarsi dall’altra parte, di sentirsi coinvolti”. Con queste parole Daria Carmi della Comunità Ebraica di Casale ha dato il via all’appuntamento di venerdì scorso, 27 gennaio, a Moncalvo, per celebrare la Giornata Mondiale in Memoria delle vittime dell’Olocausto.

Presenti all’incontro, oltre a un nutrito pubblico di moncalvesi, i rappresentanti delle associazioni cittadine, il sindaco Christian Orecchia, il maresciallo Giovanni Di Bari, il parroco Benjamin Kpodzro, Shroryo Tarabini, del tempio buddista Renkoji di Cereseto, Max Biglia e l’ex sindaco di Moncalvo Aldo Fara. “Dobbiamo tenere aperti i nostri occhi e togliere la polvere che copre le cose e le rende simili perché le uniforma. Dobbiamo togliere la polvere per mantenere vivi e significanti tutti quegli elementi che compongono questo disegno che è macchinosamente unico e terribilmente drammatico – ha detto Carmi -. Pensare a una tale intenzione dell’uomo contro l’uomo è qualcosa di molto lontano da noi. Noi siamo gli anticorpi affinché questo, la Shoah, non succeda ancora”.

Carmi ha poi parlato dell’importanza di non essere indifferenti. Perché “l’indifferenza c’è stata quando queste persone, che ricordiamo oggi, sono state portate via da Moncalvo, quando succedeva quello che succedeva nei campi di concentramento e anche dopo. Pensate ad esempio al male che può fare l’indifferenza di non essere creduti dopo aver subito una violenza tale. Di questa indifferenza dobbiamo avere paura e da essa dobbiamo rifuggire. Ed è soltanto l’unione sociale, il fatto di condividere dei valori, di sentirci fratelli e sorelle che ci dà i giusti anticorpi per avere l’empatia e per comprendere il male dell’altro anche senza che tocchi noi direttamente”. Carmi ha poi ricordato di come Moncalvo sia il primo comune della provincia di Asti a ospitare le Pietre d’inciampo “che voglio restituire una visibilità a chi è morto nell’invisibilità. Le Pietre d’inciampo sono qualcosa su cui noi camminiamo, inciampiamo, ci fanno uscire dalla nostra quotidianità per avere un momento di memoria”. 

A Moncalvo ve ne sono quattro e Guido Norzi ha letto i nomi dei deportati catturati a Moncalvo e che non fecero più ritorno da Auschwitz tra cui Clelia Vitale, vedova di Moise Foa e nonna di Piero Norzi, padre di Guido, oltre ad Alberto Colombo, insieme al figlio Amerigo, e Adua Nunes. Orecchia ha parlato dell’incontro avuto il giorno prima con i ragazzi di seconda e terza media di Moncalvo durante il quale aveva sottolineato la differenza “tra lo studio della storia e il fare memoria tramite la testimonianza. Per scongiurare il timore della Senatrice Liliana Segre che l’Olocausto possa essere nel prossimo futuro relegato a una riga nei libri di storia, dobbiamo tutti raccogliere il testimone di chi ha vissuto l’inferno in terra e diventare noi testimoni di memoria”. Presente anche il vicesindaco Andrea Giroldo che si ritiene molto soddisfatto della partecipazione dei ragazzi “molto curiosi e che hanno interagito bene su tematiche così importanti per la loro crescita”.


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