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Centrali a biomasse e idroelettriche: la Regione ha definito i criteri

La Regione Piemonte ha definito i criteri per la valutazione dell'ammissibillità a finanziamento di progetti di derivazione di acque pubbliche a scopo idroelettrico e di progetti che prevedono l'utilizzo di biomasse come combustibili. La delibera, pubblicata sul bollettino ufficiale di giovedì 15 maggio, fornisce una serie di indicazioni estremamente concrete che, seppur finalizzate all'aspetto contributivo, possono in qualche modo essere intese come atteggiamento complessivo e indirizzo della Regione rispetto a tali impianti. Va ricordato che per quanto riguarda il Casalese, sono in corso le procedure relative ai progetti per due centraline sul canale Mellana a Casale e Frassineto Po, una centrale a biomasse a Caresana e la centrale ad olio vegetale di Cereseto. *** In particolare, per gli impianti alimentati a biomassa solida per la produzione di energia elettrica i requisiti sono: potenza elettrica nominale non superiore a 5 MWe; sfruttamento dell'energia termica cogenerabile finalizzato alla climatizzazione degli ambienti (anche mediante reti locali di teleriscaldamento) e/o al soddisfacimento di esigenze produttive locali. L'impianto deve comunque garantire un rendimento totale medio annuo (riferito alla somma dell'energia elettrica e termica utile prodotta in relazione all'effettivo esercizio dell'impianto) non inferiore a 0,75; approvvigionamento da realizzarsi con biomassa da scarti agricoli e/o zootecnici prodotta esclusivamente in porzioni di territorio site entro un raggio di 70 chilometri dall'impianto di utilizzo. *** Per gli impianti di cogenerazione alimentati a biomassa liquida, in particolare ad olio vegetale, anche asserviti a reti di distribuzione calore, la filiera di produzione della biomassa deve svilupparsi integralmente su porzioni di territorio comprese entro un raggio di 50 chilometri dal sito di utilizzo. *** Per le derivazioni di acque pubbliche a scopo idroelettrico si ritengono ammissibili a finanziamento esclusivamente le tipologie d'intervento che coinvolgano: a) efficientamento di impianti esistenti; b) potenziamento di impianti esistenti nell'ambito di un'azione di razionalizzazione dei prelievi idrici all'interno dell'area idrografica; c) sfruttamento a fini di generazione elettrica delle acque scorrenti nei canali irrigui nell'ambito dell'uso plurimo della risorsa idrica. Difficilmente rientrerebbero in tali criteri i progetti di Cereseto e Caresana.

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Lorena Balbo

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