Volley, due palestre inagibili. Situazione difficile a Casale Monferrato
di Maurizio Garlando
Purtroppo era solo una questione di tempo. Da qualche anno Casale Monferrato è carente in materia, e i fatti della scorsa settimana non hanno fatto altro che amplificare un problema che si trascina da un po’. Lunedì 29 febbraio sono state chiuse le palestre “Bistolfi” e “Dante”, perché ritenute non adeguate alla pratica dello sport. Le strutture in questione erano rimaste le sole in cui le società di pallavolo della città potevano svolgere allenamenti e partite. PGS Ardor (43 anni di attività sportiva) e Junior Volley (50 anni), si sono così ritrovate improvvisamente senza un luogo dove poter sviluppare i propri programmi di crescita e di allenamento. I due club cittadini contano, insieme, circa 180 tra ragazze e ragazzi e la società fondata da Carlo Furione è addirittura la prima in Italia (gioca con il codice 010010001). La pallavolo, radicata in città come poche altre discipline sportive, non può più essere praticata.
Ma come si è arrivati a questo?
«Nel giro di due giorni ci è stato comunicato che le palestre Bistolfi e Dante sono inagibili. - commenta Roberto Leporati, responsabile area tecnica del “Progetto Monferrato Volley” - Lavori di ristrutturazione in contemporanea che speriamo si concludano al più presto, ma che allo stesso tempo devono portare tutti gli sportivi casalesi ad una attenta riflessione. Grazie all’intervento dell’Ufficio Sport del Comune di Casale ci sono state assegnate alcune ore (circa il 30% del totale) per proseguire gli allenamenti, ma i problemi legati alle gare ufficiali restano. Gli impianti non sono omologati per le partite regionali (la Dante non lo è nemmeno a livello provinciale - nda) e, a questo punto della stagione, ci troviamo nella condizione di giocare sempre in trasferta. Diventa tutto molto più complicato e si rischia di vedere vanificato il lavoro di un anno intero perché ora arrivano i match decisivi, quelli che ci possono dare lustro e visibilità a livello regionale».
Come si sarebbe potuto evitare questa situazione?
«Con una semplice programmazione. Con un confronto con chi quotidianamente lavora in palestra e conosce le tematiche da affrontare. In tal senso non abbiamo mai visto nessuno e non abbiamo ricevuto telefonate per approfondire questo e altri argomenti. La mia non vuole essere una polemica, ma la semplice costatazione dei fatti. Colgo l’occasione per ringraziare le famiglie dei nostri tesserati, che ci sostengono e ci aiutano e l’Ufficio Sport del Comune, nella speranza che questa situazione si risolva in breve tempo».
La situazione palestre cittadine è davvero al collasso. La “Bistolfi” può ospitare gare provinciali e interprovinciali, la “Dante” nulla di tutto ciò. Anche la mitica “Leardi” non possiede tutti i requisiti, così come la palestra dell’istituto “Sobrero”. Ad oggi soltanto il “PalaFerraris” (la tensostruttura è troppo bassa) possiede i crismi per l’omologazione, ma è ovviamente occupato dalle numerose attività sportiva che, per fortuna, esistono a Casale. Forse è proprio per questo che ci si dovrebbe dedicare maggiormente ad una tematica che le ultime Amministrazioni probabilmente hanno sottovalutato.
«Da molti anni siamo alle prese con queste tematiche, ma purtroppo non ne siamo mai venuti a capo – sottolinea Pietro Del Nero, direttore sportivo della Junior Volley – Ricordo che, non per caso, ci siamo trasferiti a Borgo San Martino e che ad oggi le nostre formazioni giocano ad Alessandria (Serie B2) e ad Occimiano (Prima Divisione). Non è un problema di inagibilità di “Dante” e “Bistolfi” (dove manca uno spogliatoio), è qualcosa di molto più serio e se vogliamo scandaloso: una città come Casale Monferrato non ha una struttura adeguata per praticare la pallavolo. A settembre ci si ritrova a lottare per ottenere degli orari che difficilmente ci vengono assegnati in altre palestre. È stato speso un milione di euro per il basket, ci sono progetti importanti per il calcio al “Natal Palli”, ma per il volley nulla. Probabilmente non interessa. Che lo dicano con franchezza, almeno tutte le persone che quotidianamente dedicano tempo e risorse per sviluppare i programmi legati a questo sport, ne possono prendere atto con serenità, agendo di conseguenza. È stata edificata una villa per il basket, si costruirà un resort per il calcio. Noi non chiediamo la luna, ma almeno un monolocale dove si possa giocare a pallavolo!»