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Interviene Confesercenti
«Imprese già indebitate, rischiano di ricorrere a prestiti usurai»
I pubblici esercizi lanciano un grido di allarme per la difficile condizione in cui devono riaprire

«Troppe attività sono rimaste a corto di liquidità, causata da mesi di lockdown e da una pregressa crisi in cui versa da anni il commercio al dettaglio. Imprese già indebitate, rischiano di ricorrere a prestiti usurai, cessioni o infiltrazioni nelle compagini sociali di soggetti criminali. I pubblici esercizi lanciano un grido di allarme per la difficile condizione in cui devono riaprire, molti saranno costretti a chiudere o a ridurre il personale dipendente».
A denunciarlo è Manuela Ulandi di Confesercenti Alessandria che ha inviato una lettera al mondo della politica: «Oggi gli imprenditori hanno ricevuto, esclusivamente il bonus di 600 euro dall’Inps, mentre molti dipendenti non sono riusciti ancora a percepire la casa integrazione. Abbiamo appena appreso dal sito della Regione Piemonte che i bonus a fondo perduto, presentati come un’iniezione di liquidità a zero burocrazia non corrispondono al vero».
«Nessun piccolo imprenditore, è in grado di poter utilizzare le modalità di accesso ai portali di richiesta crediti, come indicate, e nessuno è in possesso delle credenziali richieste. Anche la necessità di allegare il documento fronteretro può esser un problema: si chiede alle istituzioni un cambio di marcia, sburocratizzando la normativa vigente e aiutare i commercianti con l’innesto di nuove tecnologie, funzionali all’iniziativa. Prioritario rimane lo sblocco dei finanziamenti dalle banche, insieme al privilegiare i pagamenti elettronici, alla condizione di eliminare i costi agli imprenditori, prevenendo infiltrazioni criminali».
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