L’ufficio studi Confartigianato Imprese Piemonte, attraverso il compendio dei dati statistici, tira le somme dell’andamento dei principali trend del comparto artigiano della nostra regione in questo primo semestre del 2013.
In base agli ultimi dati disponibili nella nostra regione, al 31 dicembre 2011 le imprese del settore artigianale in Piemonte ammontavano a 136.070, la maggior parte delle quali formate dal solo titolare e solo 238 con personale superiore alle 20 unità. Per quanto riguarda l’anno corrente, l’analisi conferma che la crisi continua ad esercitare forti effetti negativi, tant’è che si prevede per il secondo semestre, una riduzione pari a -478 unità produttive che comprendono soprattutto la fascia media, cioè quelle composte da 2 a 10 addetti. Si evidenzia come la riduzione più rilevante si manifesti nella provincia di Torino, con una perdita di 152 aziende. Alessandria e Vercelli, che insieme costituiscono il 13,6% della produzione artigianale in Piemonte, risultano tra le province piemontesi meno in perdita, infatti si stima che entro fine anno diminuiranno rispettivamente di 39 e 19 unità.
Gli operatori del settore ritengono che, poiché la congiuntura continua ad essere marcatamente negativa, siano urgenti misure strutturali che le istituzioni dovrebbero porre in essere per favorire la ripresa dell’economia, come ad esempio la riduzione della pressione fiscale sul lavoro e sugli immobili adibiti ad attività produttive. La provincia di Alessandria, in particolare, mantiene alto il numero delle imprese edili, che costituiscono anche l’occupazione principale dell’artigianato su scala regionale, quello dei servizi alla persona e quello metalmeccanico, mentre risulta debole nel macro settore dei trasporti, in cui dominano le province di Torino e di Cuneo.
Anche per quanto riguarda l’occupazione nell’artigianato, il trend è discendente, sia dei lavoratori autonomi sia dei dipendenti, con una perdita di 1949 posti di lavoro, la maggioranza significativa dei quali operava nell’edilizia, mentre gli impiegati nella manifattura varia risultano in leggero aumento.
Dal 2007 al 2011, più precisamente, in Piemonte si è passati da contare un numero di occupati nell’artigianato pari a 314.728 a 295.600. Anche al settore artigiano, al fine di fronteggiare la forte e preoccupante emergenza occupazionale prodotta dalla crisi economica, che ha coinvolto in generale tutti i settori produttivi della nostra regione, è stata estesa la cassa integrazione in deroga (cig) in ottemperanza degli accordi tra regione, INPS e parti sociali. Al 15 luglio 2013 i lavoratori interessati alla cig sono stati complessivamente 62.350, di cui 24.313 dipendenti nelle imprese artigiane.
Un calo importante vede anche protagonisti gli apprendisti, che da un picco di 39.870 nel 2007, sono passati ad essere soltanto 9.897. Tuttavia, il numero degli apprendisti di paesi extracomunitari in Italia risulta in crescita. Alle piccole imprese piemontesi arriva sempre meno credito e leasing: i prestiti bancari sono calati del 5,3% e a Biella tocca il poco invidiabile primato del calo, seguita da Alessandria e Torino.
Contemporaneamente, in Piemonte l’entità del debito accumulato dalle pubbliche amministrazioni verso le imprese si colloca intorno ai 9 miliardi.
L’azione combinata dei due fenomeni (rarefazione del credito e ritardi nei pagamenti) determina una fortissima crisi di liquidità che soffoca gli imprenditori e li costringe a farsi finanziare dalle banche con un extra costo sul piano regionale di 250 milioni.