Due anni a Bonzano per i permessi facili

di b.c.

La leggerezza, probabilmente, ma non la malafede, alla base della vicenda giudiziaria costata la condanna ad alcuni poliziotti in forza al Commissariato di Casale e alla Questura di Alessandria che erano stati rinviati a giudizio con l’accusa di corruzione. Il primo atto del l’inchiesta dei così detti “permessi facili agli extracomunitari” si è concluso mercoledì davanti al Tribunale di Alessandria, presieduto da Antonio Marozzo (attuale presidente del Palazzo di Giustizia di Casale) con alcune condanne e diverse assoluzioni. Due anni di reclusione, con la condizionale, sono stati inflitti ad Alberto Bonzano (nella foto), 53 anni, vice questore aggiunto ed ex dirigente del Commissariato di Casale, ritenuto responsabile di abuso d’ufficio ma non di corruzione. Accusa, quest’ultima, rimasta in piedi per gli altri coimputati: Andrea Policano, 50 anni, sovrintendente di Polizia, già addetto all’Ufficio Stranieri del presidio di piazza Statuto; Damaro Fantoli, 52 anni, sostituto commissario in servizio presso gli uffici amministrativi della Questura di Alessandria; Giuseppa Riccobono, 50 anni, residente a Casale. Policano e Fantoli sono stati condannati a 3 anni di reclusione ciascuno; assolta la Riccobono. A giudizio, nello stesso procedimento, il marocchino Abdelmajid Misbah, 40 anni, abitante a Valenza, accusato anche di traffico di stupefacenti: è stato condannato a 11 anni di reclusione di cui 8 per spaccio. Erano tutti coinvolti nell’inchiesta per i permessi di soggiorno rilasciati a cittadini extracomunitari. Secondo l’accusa i tre poliziotti e la donna erano i corrotti mentre il marocchino avrebbe avuto il ruolo di corruttore, con la Riccobono a fare da intermediaria tra lui e i poliziotti. Gli inquirenti contestavano a Policano e a Fantoli la compilazione materiale di alcune pratiche non regolari (in cambio denaro e regalie), mentre a Bonzano - che non percepì mai nessuna ricompensa - di aver consentito che ciò avvenisse nel Commissariato da lui diretto e di essersi interessato personalmente per un caso presso la Questura di Milano. Servizio più ampio a pagina 3 del numero de !Il Monferrato" di venerdì 13 gennaio