Il costo della benzina continua a salire, diventerà un bene di lusso? Associazioni preoccupate...
di Alberto Marello
La corsa al rincaro dei carburanti sembra implacabile. Se fino a qualche mese fa due euro per un litro di benzina senza piombo sarebbe stato un prezzo folle, oggi è praticamente una realtà.
In autostrada (in particolare quelle liguri) si è raggiunta quota 2,01 euro, anche se la maggior parte dei distributori preferisce rimanere sotto la soglia psicologica dei due euro (1,99 per esempio), per una questione puramente di marketing.
L’Italia è il paese più motorizzato al mondo con 35 milioni di automobili (più di una ogni due abitanti) e 10 milioni di motociclette, per un totale di 45 milioni di mezzi a motore che rendono il carburante il prodotto più pervasivo del nostro sistema economico. In Italia, secondo “Il Sole 24 Ore”, ci sono più di 24 mila distributori, numero in crescita (!) vista l’entrata sul mercato di altri operatori. In Monferrato la soglia dell’1,90 euro/litro è stata superata da pochi operatori e la tendenza dei consumatori è di sfruttare al massimo il servizio “self” che può far risparmiare fino a 10 centesimi al litro.
Secondo di dati pubblicati da Nomisma Energia, che giornalmente monitora i prezzi del carburante, il costo ottimale (dato dalla somma del costo sul mercato internazionale e dalla media del margine lordo degli ultimi due anni) è di 1,85 euro al litro per la benzina e di 1,74 per il diesel. Un prezzo che, per entrambi, è formato da oltre il 50% di tasse (tra accise e iva, quest’ultima raggiunge, per la benzina, circa il 18% del totale delle tasse) e dal 45% circa di prezzo industriale comprensivo del margine lordo a copertura di altri costi (trasporto, margine gestore, investimenti sul punto vendita, pubblicità, promozioni).
Da mesi, da quando il prezzo del carburante è schizzato alle stelle, Coldiretti ha lanciato l’allarme: «Questo aumento ha e avrà una ripercussione diretta sul costo dei prodotti che viaggiano su gomma». «La più grande battaglia mai affrontata prima» l’ha definita Germano Patrucco della Cia di Casale: «Il prezzo del carburante agricolo è insostenibile per le aziende.
I costi di produzione sono troppo alti. Basti pensare che la redditività negli ultimi nove anni è crollata del 34% mentre il prezzo del carburante agricolo, negli ultimi mesi, è cresciuto quasi del 30%». Una situazione rilevata da tutte le categorie, anche dall’Unione Commercianti: «L’80% delle merci viene trasportata su gomma - ha spiegato Piergiorgio Giordano, direttore della sezione casalese - e ovviamente i prezzi dei prodotti aumentano, in particolare quelli alimentari. Questa situazione sarà sostenibile solo fino ad un certo punto». La benzina, dunque, se manterrà questo trend, diventerà un bene di lusso in un Paese, il nostro, che occupa il penultimo posto in Europa per rimuneratività del lavoro. Insomma, se un giorno l’amato si presenterà con una tanica piena di benzina anziché il classico solitario, quello sì, sarà vero amore.